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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (21)

È già mattina (9 novembre 1994) e sta piovendo, finora il tempo è stato anche fin troppo caldo per la stagione. Questo tempo perdura per un'intera settimana, giovedì successivo (17 novembre 1994) c'è il sole, ma già venerdì (18 novembre 1994) ricomincia a piovere. Sabato pomeriggio (19 novembre 1994) prendo l'ombrello ed esco. Non posso più tergiversare, inoltre lunedì ho già avvisato il resto della famiglia che sarei uscita, qualcuno mi ha chiesto se volessi essere accompagnata (dopo le vicende avvenute l'ultima volta), ma ho deciso che non fosse il caso. Esco dalla porta di casa e poi dal cancello, suono al citofono accanto «Chi è?» Mi risponde una voce un po' gracchiante (per via dell'apparecchio) «Bea» Io «E cosa vuoi?» Risponde la stessa voce infuriata «Puoi uscire per un po'? Ti voglio mostrare una cosa» Io Si sente silenzio per molto tempo, dopo una mezz'ora vedo una ragazza in K-Way rosa e ombrello dello stesso colore venirmi incontro «Se è uno s

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (20)

Il mattino successivo (martedì 8 novembre 1994) veniamo svegliati da Zio Edoardo, dopodiché, senza nemmeno una spiegazione, sparisce. In casa la zia non c'è, rassegnati, ci prepariamo la colazione. Di comune accordo facciamo i turni per il bagno e riusciamo ad uscire di casa in tempo per arrivare a scuola.  Era un po' che non uscivamo tutti insieme, dal primo giorno di scuola. Arrivati a metà strada perdiamo Alfonso e poco dopo spariscono anche tutte le altre. «Ciao Bea» Una voce conosciuta, ma non troppo, mi giro e vedo una compagna di classe con la quale ho parlato una volta durante una lezione di ginnastica. La fanciulla mi guarda con un dolce sorriso Teresa, gli occhi sono rosa Si avvicina spostando i lunghi capelli viola scuro dietro le orecchie «Ciao Teresa» Dico non troppo convinta di ricordarmi il suo nome, mi osserva con i suoi occhioni rosa per due secondi, poi inizia a camminare ed io la seguo, facciamo la strada insieme. Arriviamo a scuola al suono della prima campa

Il regno di Conversano ventiduesima parte

Il giorno dopo ( 16 novembre ), grazie al teletrasporto il gruppo arriva in Australia in pochi minuti, ora l'unica cosa che gli manca per arrivare alla meta predestinata è prendere la nave (unico modo per raggiungere l'isola). Una volta che Ryan, Kon, l'imperatrice ed i bambini arrivano a destinazione dopo circa mezz'oretta di viaggio vengono portati dai loro tutor all'Hotel Kou-Bugny, dove vengono fatti accomodare nelle proprie stanze (Ryan per comodità ha lasciato i gruppi uguali a come sono nel palazzo di Ibisco), dal personale dell'hotel. Hotel Kou-Bugny In una stanza: «Wow bellissimo!» Carlos de Santis non posa neanche le valigie che si è tuffato letteralmente dalla scala dell'hotel direttamente nel mare «Ma che fai? Hai appena mangiato.» Ascanio Matrix «Vieni fuori pirla che non sono neanche le sei, vuoi rischiare di avere uno shock termico o i crampi allo stomaco?» Rossi Romeo Carlos de Santis esce dall'acqua anche se controvoglia e fa effetto can

Il regno di Conversano ventunesima parte

Dopo la solita routine mattutina ( 15 novembre ) i bambini prendono il pullman scolastico per arrivare all'asilo e dato che il giorno precedente nessuno è andato a scuola, ognuno porta la giustificazione elettronica alla maestra chi per un motivo, chi per un altro. Finita la processione alla cattedra, il gruppo si va a sedere al tavolo.  La maestra fa l'appello per tutti i mille pargoli che si trova nella classe, cercando di non lasciarne neanche uno, mannaggia al Grand'uomo che ha voluto le classi unite all'asilo per tutti tre gli anni... «Bene adesso che ci siamo tutti, avrei un'idea di cosa farvi fare nella giornata di oggi» maestra «Sì, che bello!!!» voce entusiasta e gracchiante da un lato di tavolo proveniente da una biondina dagli occhi marroni con tante lentiggini, la quale sa già cosa sta per dire l'insegnante. «Andremo a visitare due delle fabbriche De Santis: la sede tecnologica dove vedremo alcune nuove invenzioni e vedremo anche dove producono il mi