«Martedì ventuno ottobre duemila e otto» Silvia sottovoce con la voce piatta e il viso inespressivo, poi guarda fuori e vede che piove, solo allora va a fare colazione, si prepara per andare a scuola (si lava, si veste, fa lo zaino), lei e Deborah accompagnano Scott a scuola e ne approfittano per salutare i loro vecchi insegnanti.
Da un'altra parte del paese...
Evaristo ha una strana sensazione da quando si è svegliato e non capisce perché, a causa di questo suo cruccio rischia quasi di bruciare la colazione, cosa non da lui.
«Stai attento! Rischi di bruciare la casa e vorrei ricordare che qui ci abito pure io» Una voce sconosciuta, decisamente preoccupata, da dietro al moro, il ragazzo spegne i fornelli, per fortuna è riuscito a salvare tutto il cibo in tempo, poi si gira per cercare di capire da dove provenisse la voce, ma non vede nessuno
«Chi cerchi Evo?» Jimmy guardandoti anche lui in giro, il bambino è arrivato adesso in cucina già lavato, vestito e con la cartella sotto il braccio
«Mi era sembrato di sentire qualcuno parlare, devo essermelo immaginato» Evaristo grattandosi il capo non troppo convinto, poi serve la colazione, entrambi mangiano e si lavano i denti, Evaristo prende il suo zaino ed i due fratelli escono dalla porta seguiti per tutto il tragitto dal gatto.
Là, sui monti con Annette...
Un uomo dai lunghi capelli rosa shocking ed un vestito fin troppo elegante sta seduto su una pila di abiti e parrucche, sembra pensieroso
«Fabbro, ci ha mandato a chiamare?» Rose presentandosi all'improvviso sfoggiando la sua nuova trasformazione grazie alla quale i suoi capelli sono di colore castano scuro e gli occhi azzurri, sembra un pochino alterata, ma rimane sempre elegante
La parte sotto della gonna (dall'orlatura d'oro in giù) è di colore rosa pallido. Quando vola ha delle ali trasparenti in stile fatina Trilly |
«Sì» Fabbro, ancora sovrappensiero
«Cosa desideri da noi?» La ragazza con il teschio nei capelli e l'aria furba, l'uomo guarda la ciurma di persone davanti a sé
«Boss, Dio, avrei bisogno che voi ricominciaste la conquista degli universi, questa volta non dalla Terra. Dio, Boss sarà il tuo capo per questa volta - Boss scodinzola metaforicamente, Dio annuisce serio - Tequila - guarda verso la ragazza incappucciata - ti occuperai del castello - la ragazza incappucciata sorride, adora distruggere i castelli - Pippo e Astro - guarda il ragazzo scuro e quello con gli occhi bicolore - Per favore, vi occupereste di quella scocciatura? - i due ragazzi sanno bene a cosa si sta riferendo il Fabbro e fanno vigorosamente sì con la testa - Lima - guarda la ragazza con la spilla a teschio nei capelli - dovresti aiutare Rose con l'acquisizione del nuovo potere, quello che hai preso ieri - questa volta guarda Rose, la ragazza sembra un po' giù di morale, anche le due donne. comunque, annuiscono - Black, hai fatto la tua scelta?» Il Fabbro elencando tutte le varie cose memoria, ad ogni persona chiamata all'appello ha alzato un dito della mano
«Sì» Black, rispondendo con voce atona
«Allora, sai cosa fare - l'uomo guarda l'orologio - Adesso è tardi, segnate tutti questi compiti in agenda, domani eseguirete tutte le mansioni» Il Fabbro ora incupito, si alza dalla pila di vestiti (e parrucche) poi con uno schiocco delle dita lui e la montagna di abiti (e parrucche) spariscono in un lampo.
A scuola...
Una volta a scuola, Omero, vorrebbe presentare a tutti una sua invenzione, ma purtroppo viene anticipato dalla seconda campanella, quella di inizio delle lezioni. Entra la professoressa di Tecnologia accompagnata da Fabiola, la quale le sta chiedendo dei consigli per il suo futuro, il suo sogno, infatti, oltre a diventare una ballerina è quello di poter essere un bravo geometra, anche se le due ambizioni non vanno proprio a braccetto. Poco dopo, l'insegnante ha finito di spiegare tutto ed inizia la lezione.
Fino all'ora di ricreazione, Evaristo, continua a sentire la strana voce udita anche di primo mattino, eppure ancora non riesce a capire da dove provenga. A volte, per sbaglio, ha pure risposto, beccandosi occhiatacce da compagni di classe ed insegnanti, senza capire il perché. Silvia guarda l'amico in modo strano.
A ricreazione, Omero porta gli altri fuori (adesso non piove, ma il cielo è nuvoloso) e finalmente, presenta a tutti la sua invenzione, tra uno sbadiglio e l'altro
«Cos'è?» Otto ragazzi in coro guardando incuriositi la strana scatola che tengono in mano
«Uno smartphone» Omero cercando di restare sveglio
«Cioè?» Zeno quasi ringhiando la parola, odia chiedere spiegazioni
«Quest'anno è uscito sul mercato un nuovo tipo di telefono, completamente Touch e dall'intelligenza molto simile ai computer, questi cellulari vengono chiamati Smartphone. Questo è uno smartphone di mia invenzione» Il ragazzo spiega con il suo miglior tono serio, riuscendo anche a non sbadigliare, gli altri lo guardano sorpresi
«Wow» Nives guardando sbalordita l'aggeggio che ha in mano
«L'ho iniziato domenica, dopo il Catechismo e l'ho completato questa notte. Volevo personalizzarlo per tutti e spiegarvi il funzionamento» Omero guardando le facce degli amici cercando di capire se a loro è piaciuto il regalo
«Sì, sembra interessante» Fortunata, guardando storta la sua scatolina
«Allora, il tasto più grande serve per accendere il telefono - indica il tasto, leggermente più incavato rispetto agli altri che si trovano in superficie- il primo tasto piccolo, vicino a quello grande, serve per farlo trasformare quasi completamente in una calcolatrice, in caso qualche professore o genitore ve lo voglia sequestrare. Il secondo tasto piccolo fa trasformare il telefono in un mp3, il terzo tasto piccolo è temporaneamente vuoto, non so cosa mettere, ma se avete idee sono ben accette, l'ultimo tasto serve per trasformare lo smartphone in un computer, per utilizzarlo come telefono o messaggistica bisogna premere nuovamente il tasto grande, ma occhio a non tenerlo premuto o spegnerete tutto» Omero sbadigliando tra una frase e l'altra e continuando la spiegazione con lo stesso tono serio di prima
«Sì, ma dovremo mettere le Sim qui dentro, giusto?» Jasmine sbattendo le palpebre per enfatizzare la domanda e toccando il retro del telefono
«No, basta un piccolissimo quantitativo di magia per permettere al telefono di effettuare delle chiamate, almeno, in teoria. Non l'ho mai provato» Omero stropicciandosi gli occhi ed alzando le spalle
«Hai detto che lo volevi personalizzare, come?» Silvia guardando anche lei in cagnesco il cellulare, però la sua voce rimane atona
«Il colore dell'esterno, vorrei farlo del vostro colore preferito. Ditemi qual è ed io lo sistemo» Omero stiracchiandosi
«Prima avrei un'idea per il quarto tasto. Che ne dici di metterci una fotocamera e farlo diventare una vera e propria macchina fotografica?» Tolomeo sorridendo sornione, ha sempre desiderato avere tutto in un unico posto, perché riguardo alla tecnologia è piuttosto pigro
«Ottima idea» Omero entusiasta, suona la campanella
A scuola...
Una volta a scuola, Omero, vorrebbe presentare a tutti una sua invenzione, ma purtroppo viene anticipato dalla seconda campanella, quella di inizio delle lezioni. Entra la professoressa di Tecnologia accompagnata da Fabiola, la quale le sta chiedendo dei consigli per il suo futuro, il suo sogno, infatti, oltre a diventare una ballerina è quello di poter essere un bravo geometra, anche se le due ambizioni non vanno proprio a braccetto. Poco dopo, l'insegnante ha finito di spiegare tutto ed inizia la lezione.
Fino all'ora di ricreazione, Evaristo, continua a sentire la strana voce udita anche di primo mattino, eppure ancora non riesce a capire da dove provenga. A volte, per sbaglio, ha pure risposto, beccandosi occhiatacce da compagni di classe ed insegnanti, senza capire il perché. Silvia guarda l'amico in modo strano.
A ricreazione, Omero porta gli altri fuori (adesso non piove, ma il cielo è nuvoloso) e finalmente, presenta a tutti la sua invenzione, tra uno sbadiglio e l'altro
«Cos'è?» Otto ragazzi in coro guardando incuriositi la strana scatola che tengono in mano
«Uno smartphone» Omero cercando di restare sveglio
«Cioè?» Zeno quasi ringhiando la parola, odia chiedere spiegazioni
«Quest'anno è uscito sul mercato un nuovo tipo di telefono, completamente Touch e dall'intelligenza molto simile ai computer, questi cellulari vengono chiamati Smartphone. Questo è uno smartphone di mia invenzione» Il ragazzo spiega con il suo miglior tono serio, riuscendo anche a non sbadigliare, gli altri lo guardano sorpresi
«Wow» Nives guardando sbalordita l'aggeggio che ha in mano
«L'ho iniziato domenica, dopo il Catechismo e l'ho completato questa notte. Volevo personalizzarlo per tutti e spiegarvi il funzionamento» Omero guardando le facce degli amici cercando di capire se a loro è piaciuto il regalo
«Sì, sembra interessante» Fortunata, guardando storta la sua scatolina
«Allora, il tasto più grande serve per accendere il telefono - indica il tasto, leggermente più incavato rispetto agli altri che si trovano in superficie- il primo tasto piccolo, vicino a quello grande, serve per farlo trasformare quasi completamente in una calcolatrice, in caso qualche professore o genitore ve lo voglia sequestrare. Il secondo tasto piccolo fa trasformare il telefono in un mp3, il terzo tasto piccolo è temporaneamente vuoto, non so cosa mettere, ma se avete idee sono ben accette, l'ultimo tasto serve per trasformare lo smartphone in un computer, per utilizzarlo come telefono o messaggistica bisogna premere nuovamente il tasto grande, ma occhio a non tenerlo premuto o spegnerete tutto» Omero sbadigliando tra una frase e l'altra e continuando la spiegazione con lo stesso tono serio di prima
«Sì, ma dovremo mettere le Sim qui dentro, giusto?» Jasmine sbattendo le palpebre per enfatizzare la domanda e toccando il retro del telefono
«No, basta un piccolissimo quantitativo di magia per permettere al telefono di effettuare delle chiamate, almeno, in teoria. Non l'ho mai provato» Omero stropicciandosi gli occhi ed alzando le spalle
«Hai detto che lo volevi personalizzare, come?» Silvia guardando anche lei in cagnesco il cellulare, però la sua voce rimane atona
«Il colore dell'esterno, vorrei farlo del vostro colore preferito. Ditemi qual è ed io lo sistemo» Omero stiracchiandosi
«Prima avrei un'idea per il quarto tasto. Che ne dici di metterci una fotocamera e farlo diventare una vera e propria macchina fotografica?» Tolomeo sorridendo sornione, ha sempre desiderato avere tutto in un unico posto, perché riguardo alla tecnologia è piuttosto pigro
«Ottima idea» Omero entusiasta, suona la campanella
L'aspetto dello smartphone. |
Durante la pausa pranzo, Zoe, Nives, Silvia, Jasmine, Evaristo, Omero, Tolomeo, Fortunata e Zeno, si siedono a due tavoli vicini tra loro, nei posti liberi non si siede nessuno, perché oggi alcuni studenti mancano dato che sono malati. Il gruppetto continua a parlare e, finalmente, Evaristo riesce a confessare di sentire una voce, ma di non sapere a chi appartenga. Gli altri lo guardano e confidano di non sentire nulla di strano.
Prima delle prove della recita, il professore annuncia a tutta la scuola che se in caso la protagonista della recita dovesse ammalarsi e non potesse fare la sua parte (durante la recita vera e propria) sarà sua sorella a prendere il suo posto, infatti la protagonista è Deborah, Silvia accoglie la cosa con indifferenza, come suo solito. A questo punto la scuola si divide in due gruppi, quello che andrà in palestra insieme alla professoressa di ginnastica, una donna dai capelli di colore tinti d blu scuro e gli occhi azzurri, ora lì presente, a provare il ballo e quello che rimarrà lì.
Le prove si svolgono regolarmente, Omero, durante la breve pausa, chiede ai suoi amici di dargli un foglietto su cui ci sia scritto il colore preferito e la propria firma, così da non sbagliare. Per la fine delle lezioni, Omero ha ben otto fogliettini chiusi nel diario e pronti per essere letti, una volta finito l'allenamento di Antonio.
I ragazzi, ombrello alla mano, vanno da Antonio. Finito l'allenamento ogni ragazzo ed ogni ragazza torna a casa propria. Silvia, una volta a casa, decide di fare un po' di compiti dopo cena, infine si mette a leggere un libro e si addormenta con la luce accesa ed il libro ancora in mano.
Evaristo, tornato a casa, trova suo padre da solo, il ragazzo guarda in giro, ma del fratellino nessuna traccia
«Lo sapevo» Evaristo imbufalito fila in camera sua
«Evo, per favore fermati! Non fare così!» Il padre prova a seguirlo e a calmarlo con la sua miglior faccia comprensiva e voce paterna, ma si vede sbattere la porta in faccia.
Un po' di tempo dopo, il ragazzo dai capelli mori esce nuovamente dalla porta della camera
«Vi avevamo chiesto solo una cosa, mi pare. Non siete in grado di mantenere neanche quella» Evaristo sbraita arrabbiatissimo.
Valigie alla mano, il ragazzo esce di casa sbattendo la porta, sempre seguito, senza saperlo, dal gatto. Il giovane va a zonzo per il paese pensando a dove rifugiarsi, una volta arrivato alla soluzione si presenta a casa di Tolomeo.
«Che ci fai qui?» Tolomeo aprendo la porta sorpreso dalla vista dell'amico, dopo che l'altro si era attaccato al campanello.
L'amico è zuppo ed ha una faccia sconvolta, il gatto è il primo ad entrare in casa, Tolomeo lo guarda con fare stralunato. Il castano fa entrare Evaristo, anche se lui ancora non ha risposto alla sua domanda, poi gli fa fare un bagno e lo fa cambiare, infine lo fa andare a dormire nella camera degli ospiti.
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I ragazzi, ombrello alla mano, vanno da Antonio. Finito l'allenamento ogni ragazzo ed ogni ragazza torna a casa propria. Silvia, una volta a casa, decide di fare un po' di compiti dopo cena, infine si mette a leggere un libro e si addormenta con la luce accesa ed il libro ancora in mano.
Evaristo, tornato a casa, trova suo padre da solo, il ragazzo guarda in giro, ma del fratellino nessuna traccia
«Lo sapevo» Evaristo imbufalito fila in camera sua
«Evo, per favore fermati! Non fare così!» Il padre prova a seguirlo e a calmarlo con la sua miglior faccia comprensiva e voce paterna, ma si vede sbattere la porta in faccia.
Un po' di tempo dopo, il ragazzo dai capelli mori esce nuovamente dalla porta della camera
«Vi avevamo chiesto solo una cosa, mi pare. Non siete in grado di mantenere neanche quella» Evaristo sbraita arrabbiatissimo.
Valigie alla mano, il ragazzo esce di casa sbattendo la porta, sempre seguito, senza saperlo, dal gatto. Il giovane va a zonzo per il paese pensando a dove rifugiarsi, una volta arrivato alla soluzione si presenta a casa di Tolomeo.
«Che ci fai qui?» Tolomeo aprendo la porta sorpreso dalla vista dell'amico, dopo che l'altro si era attaccato al campanello.
L'amico è zuppo ed ha una faccia sconvolta, il gatto è il primo ad entrare in casa, Tolomeo lo guarda con fare stralunato. Il castano fa entrare Evaristo, anche se lui ancora non ha risposto alla sua domanda, poi gli fa fare un bagno e lo fa cambiare, infine lo fa andare a dormire nella camera degli ospiti.
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