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Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (10)

Martedì mattina (4 ottobre 1994) mi sveglio molto meno ottimista del giorno precedente. Mi preparo e scendo a mangiare. In fila per uno arriva anche il resto della famiglia.
Finito di fare colazione, andiamo a lavarci i denti. Usciamo di casa e, come ogni mattina, ognuno va per la sua strada. Prima di uscire aspetto che tutti se ne siano andati.
Esco di casa sospettosa, guardo a destra e a sinistra, sento una risata malvagia provenire dalla mia sinistra. Mi giro.
«Ciao Rosa» Le dico
«Cos'è? Hai paura che qualcuno ti segua? Idiota» Rosa, sghignazzando se ne va. Meno di quanto credi, mia cara, meno di quanto credi.
Camminando a rallenty mi dirigo verso la scuola. Salgo le scale ed entro in classe, mi siedo al mio posto, il mio vicino ancora non è arrivato. Al suono della campanella entrano in classe Cristina e Kristopher, io saluto Cristina che ricambia con un sorriso. Kristopher, invece, mi guarda inferocito come se io fossi un osso e lui un cane. GULP
Per tutta la mattina io e Mr. Simpatia ci ignoriamo. Purtroppo oggi non ha intenzione di andarsene a ricreazione, quindi decido anche io di rimanere al mio posto.
Alla fine delle lezioni mi muovo per la prima volta nella giornata. Il mio corpo è tutto uno scricchiolio. Devo parlare con Cristina, quindi provo a muovermi il più velocemente possibile.
Quando finalmente riesco a raggiungere il portone principale per uscire, la scuola è deserta, così, disperata mi dirigo a casa.
Nel pomeriggio, come da accordi, dopo aver finito i compiti, aiuto la zia nelle varie faccende domestiche, poi alla sera, dopo aver mangiato, filo a dormire.
Mercoledì mattina (5 ottobre 1994) Alfonso mi sveglia.
«Che c'è?» Io assonnata
«Lunedì abbiamo iniziato un discorso, lo volevo finire>> Alfonso
«Facciamo quando sarò più sveglia?» Io rimettendomi stesa nel letto
La sveglia suona appena mi sono rimboccata per bene le coperte
«Tipo ora?» Mi fa lui, io mi alzo controvoglia, lo butto fuori in malo modo dalla mia camera, mi vesto, poi scendo a fare colazione. La cucina è deserta, mio cugino continua a seguirmi come un cagnolino
«Cosa vuoi?» Io
«È importante. È da un po' di tempo che volevo dirti che» Alfonso, purtroppo per lui viene interrotto dalla zia
«Oh Lucilla, sei già in piedi! Bene, così mi puoi aiutare» Mia zia, mi alzo dalla sedia e l'aiuto a preparare la merenda per Primula, Giulia, Rachele e Daisy, io ed Alfonso a ricreazione non mangiamo nulla, ma le quattro sorelle hanno preso la buona abitudine di uno spuntino salutare di frutta. Così, laviamo la frutta, la mettiamo in quattro raccoglitori differenti con nominativo segnato sul tappo. Dopo, io, zia Camille ed il volontario Alfonso, gliela mettiamo negli zaini. Dopo qualche minuto, attiva lo zio, anche lui si prepara velocemente un pranzo al sacco.
«Io devo scappare un po' prima del solito, ci vediamo nel pomeriggio» Zio Edoardo, poi mette il pranzo in una borsa che si porta sempre a lavoro, da un bacio alla moglie e scappa via
«Che dovevi dirmi?» Io ad Alfonso, la zia si gira verso di noi
«Niente, proprio niente» Alfonso se ne torna di sopra, dopo cinque minuti è di ritorno, con lo zaino in spalla
«Dove vai così presto?» Zia Camille
«Mi devo incontrare con degli amici, ci vediamo quando ritornerò da scuola» Alfonso, anche lui esce dalla porta.
«Uomini» La zia alza le spalle, in questo momento non immagina neanche quanto abbia ragione.
Visto che ormai sono in piedi anche io, vado di sopra e prendo il mio zaino, sveglio le mie cuginette e le aiuto a prepararsi (ovviamente solo Rachele e Daisy, se mi avvicino alle altre due mi sbranano). Scendiamo tutte insieme di sotto, mentre loro mangiano,  prendo le loro cartelle, messe alla rinfusa sul divano (dopo che avevamo messo dentro i pranzi al sacco), e le appoggio dietro le loro sedie. Compiuta la missione mattutina saluto tutti e mi dirigo verso scuola, accompagnata da un'insolita compagna di viaggio: Rosa.
«Non ti guardi più intorno?» Rosa mi guarda divertita, le faccio un  cenno di saluto, vorrei svignarmela, ma purtroppo la nostra direzione è la stessa, quindi ci dirigiamo insieme (controvoglia) a scuola. Arrivate in classe ci dividiamo, ognuna al posto suo, con la minaccia da parte della mia vicina di casa, che se avessi detto che eravamo arrivate insieme a qualcuno mi avrebbe ucciso. Piano, piano, arrivano anche gli altri compagni, oggi siamo tutti presenti.
«Bella la tua nuova compagna di viaggio» Kristopher mi dice appena arrivato al suo posto
Bello il barile di "fatti i cavoli tuoi" che dovresti avere in casa.
«Mm Mm» Io, facendo di no con la testa, il mio vicino fa nuovamente quella specie di ghigno malefico, come lunedì mattina.
Oggi tutto sembra tornato alla normalità, quindi a ricreazione, appena Kristoper sparisce vado da Cristina.

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