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Lei e Lui. Dipende dai punti di vista (7)

Mi sveglio, i miei occhi vedono tutto bianco, sono morta? No, se fosse così dovrei vedere i miei genitori. Guardo meglio, sono piastrelle bianche, mi alzo a sedere e mi guardo intorno. Vedo Cristina con gli occhi chiusi su un letto bianco. Scopro così che quelle che vedevo erano solamente le piastrelle del soffitto di un ospedale. Ho bisogno di un po' d'aria. Faccio per scendere dal letto, ma dalla porta entrano i genitori di Cristina
«Come ti è venuto in mente?» Mi aggredisce subito Alex, è la disperazione a parlare.
«Mi dispiace. Non avevo visto che fosse così tardi» Io
«Tu non capisci!» Alex, il marito le  cinge le spalle.
«Cristina poteva morire» Dice il marito con tono duro.
«Come morire?» Io, solo allora sembra che i due capiscano che potrei non sapere qualcosa di cui invece dovrei essere a conoscenza
«Cristina è malata. Le sue difese immunitarie sono troppo deboli e si ammala facilmente. Non avendo abbastanza anticorpi, lo fa più gravemente degli altri con conseguenze a volte estreme. È per questo che spesso è assente da scuola.» Luigi provando a consolare la moglie, accarezzandole la schiena. In questo momento si uniscono il dolore che avevo provato alla morte dei miei genitori con il senso di colpa nei confronti di quello che è successo a Cristina.
«Io non lo sapevo. S.c.u.s.a.t.e» L'ultima parola la dico tra un singhiozzo e l'altro, senza potermi più controllare inizio a piangere come una fontana. I genitori di Cristina mettono da parte il rancore e provano a consolarmi, se ne vanno solo quando mi sono completamente calmata.
Sono una stupida, faccio di nuovo per muovermi da quel letto.
«Che bello, vedo che mia sorella si è trovata un'amica degna di lei» Kristopher è entrato dalla porta, lo guardo interrogativa ed un po' stupita
«Cosa intendi dire?» Io, lui si avvicina al letto di Cristina, quindi mi giro per poter continuare a guardarlo.
«Ma come, mi vuoi far credere che tutte quelle lacrime fossero davvero per la mia povera sorellina malata?» Kristopher mi guarda con un sorriso crudele, non posso dargli torto, non lo erano
«No, non lo erano» Io dico giù di morale 
«Ma i miei genitori non lo sanno e ti pensano una ragazza sensibile ed altruista, proprio come Cristina. Facendo sempre la vittima e "grazie" alla sua malattia rara ha tutta la loro attenzione ed io? Di lui chi se ne importa? È sano, non ha bisogno dell'amore di due genitori!» Kristopher muovendo il suo dito sulla spondina del letto dove si trova la bella addormentata. Mi sale la rabbia, come può pensare una cosa del genere?
«Non è vero!» Urlo senza accorgermene, Kristopher si gira e mi guarda impassibile, non risponde nulla per un po'
«Che ne sai tu? - momento di silenzio - Un'altra cosa: So che mi stavi seguendo, Sento le persone che sono nei paraggi, fa parte dei miei poteri. Sappi che questa tua azione sarà ricambiata» Kristopher sussurrando quest'ultima frase al mio orecchio, dopo di che, esce nuovamente dalla porta così come è entrato.
Oh Oh
Sento dei lievi singhiozzi, mi giro, Vedo la testa di Cristina sotto le coperte, mi avvicino
«Ehy, che hai?» Le chiedo più dolcemente possibile 
«L'ho sentito, mi odia! È per questo che è così! È colpa mia!» Cristina continuando a singhiozzare tra un pezzo di frase e l'altra
«No, noi gli dimostreremo che si sbaglia, vedrai» Le rispondo convinta, anche se neanche io so precisamente come faremo.

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