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IM! (17)

IM/IM
Circa diciotto anni prima...
Antonio è rinchiuso in casa trasformato con la sua ultima uniforme, durante la quale i suoi capelli erano sempre rossi, invece i suoi occhi erano di un rosso brillante.
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Antonio diciotto anni prima
«È ancora lì fuori?» Una donna con un enorme pancione è al suo fianco con una voce molto preoccupata, il rosso le fa segno di fare silenzio, poi guarda da uno spiraglio della finestra senza farsi notare, alla fine torna a guardare la moglie e fa segno di sì con la testa.
«Oh mio re! Esci da quella porta, o ti farò uscire io!» Una voce fuori dalla porta burlandosi dell'uomo, l'uomo dai capelli rossi guarda la moglie negli occhi sconsolato
«Tesoro, sappi che ti ho amato» Antonio ha un brutto presentimento, dà un bacio appassionato alla donna ed esce passando attraverso il muro come un fantasma
«Ben arrivato» Dice un uomo di fronte a lui, anche se dalla voce non sembrerebbe essere un benvenuto, forse più un addio.
Il tipo ha i capelli e gli occhi castani e indossa un paio di occhiali, in questo momento è seduto comodamente su un marciapiede, Antonio resta serio, cosa non da lui.
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il Fabbro diciotto anni prima
«Fabbro, vattene via» dice il rosso digrignando i denti, il castano lo guarda
«Sono qui per iniziare a riprendermi ciò che è mio» Il castano rimanendo impassibile schiocca le dita sempre comodamente seduto, una bolla si materializza e dentro di essa c'è una donna incinta, la moglie di Antonio.
«TU BASTARDO!» Antonio gli urla contro arrabbiatissimo e poi si lancia all'attacco, ma il Fabbro e la bolla scompaiono prima che l'uomo possa fare qualunque cosa.
A partire da quel giorno Antonio ha cercato l'uomo, la moglie ed il figlio (o la figlia) ovunque, ma senza mai trovare niente ed alla fine ha perso le speranze.
Ritorno al presente... Domenica 12 ottobre 2008
I nove legati alla chiesa hanno le bocche spalancate
«Perché non ce lo hai detto subito?» Nives prendere la parola appena riescie a richiudere la bocca dopo che Antonio ha finito di raccontare la storia, è un pochino alterata
«Ancora non vi conoscevo, inoltre, pensavo che mia moglie ed il mio bambino fossero morti ormai da tempo» Antonio con voce triste guarda verso i castelli del cielo mogio mogio
«Dobbiamo intervenire!» Dice convinta Jasmine
«Già, andiamo a recuperarli» Conferma Evaristo entusiasta
«Ancora non sappiamo nemmeno trasformarci» Silvia impassibile demoralizzando gli altri, quelli che avevano parlato
«Sarà un incentivo, ovunque ci sia una persona da salvare, io non mi tiro indietro» Tolomeo parlando con passione, a dimostrazione di quello che ha appena affermato prova a liberarsi dalla stretta di magia che lo ha intrappolato, ce la mette davvero tutta, ma niente, ad Antonio viene finalmente un'idea
«So io come fare!» Antonio esclama finalmente ritornando a sorridere, raccoglie tutte le sue energie magiche e le concentra in un punto, si vede il legaccio magico crepare e rompersi, Antonio cade da una decina di metri di altezza. Avendo visto come il loro mentore si è liberato lo imitano, uno alla volta anche tutti gli altri cadono al suolo, doloranti, ma vivi. Alla richiesta di spiegazioni Antonio spiega che, insieme alla magia, hanno acquistato una resistenza maggiore, anche questa però va affinata con l'allenamento. Dato che, ormai è mattina e nessuno ha qualche gara, allenamento o simili, i ragazzi vanno a casa di Antonio accompagnati dall'uomo, qui l'allenatore fa spiegare ad Evaristo come si è trasformato la volta precedente (o almeno di provarci). Gli altri otto ragazzi magici ascoltano con attenzione, ma nessuno capisce ciò che intende il povero interlocutore, tranne Silvia, alla quale lampeggiano già gli occhi. Dopo la spiegazione però, i due ragazzi che hanno le prove per il coro devono scappare via e gli altri decidono di tornare a casa per potersi preparare per la messa e la lezione di catechismo. Dopo pranzo, però i ragazzi ritornano alla casetta di Antonio, per ricominciare da dove si erano fermati al mattino. Tutto questo perché, chi più, chi meno, si sono tutti convinti ad andare a salvare la famiglia di Antonio. Una volta usciti, perché troppo distrutti per continuare, i ragazzi vanno insieme al prato speziato, un posto non troppo lontano dalla loro scuola in cui andavano spesso quando erano alle elementari e qui si accordano che per la settimana che viene, l'impegno generale è quello di trovare un modo per allenarsi ogni giorno. Per fare questo ci vuole tutto il resto del pomeriggio. Alla sera, ogni ragazzo torna a casa sua e tutti vengono sgridati dai familiari, in quanto, tanto per cambiare, non sono stati avvisati della gita della giornata (a parte quella per il Catechismo ovviamente). Stremati, i ragazzi si addormentano subito dopo la sgridata, dimenticandosi dei compiti e delle verifiche.

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