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È la mattina di venerdì (10 ottobre 2008), Jasmine si sveglia un po' confusa nella sua camera, prima che sua madre inizi ad urlare come un'ambulante da mercato. Dopo un paio di secondi arriva anche sua madre, una donna nei capelli castano ramato e gli occhi castani, pronta per uscire.
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la donna, i suoi capelli sono di color castano ramato, in questo momento non ha il senale
«Jasmine, sei già sveglia?» Chiede la donna questa volta con tono più pacato mentre la figlia esce dal letto strisciando
«Sì, arrivo» Jasmine insonnolita mentre si stropiccia gli occhi. Nonostante la ragazza fosse molto stanca e avesse voglia di dormire, alla fine non c'è riuscita per colpa di una notte agitata. La madre se ne va, salutando la figlia prima di andare a lavoro con un bacio sulla guancia. Jasmine apre la finestra, è da quando è diventato cattivo che Vito non si affaccia più per salutarla, ma la speranza è sempre l'ultima a morire. Oggi piove, dall'altra parte della strada non c'è nessuno alla finestra. Jasmine va a farsi una doccia, poi si cambia, fa colazione, prende lo zaino, la giacca, l'ombrello, il K Way, il telefonino, poi si dirige tutta agghindata alla fermata
"Ma a cosa sto pensando? A quell'idiota di Vito? Io ho Priamo!" pensa la ragazza arrossendo
«A cosa pensi?» Chiede una voce maschile dal tono zuccheroso, Jasmine si gira, di fianco a lei, comparso dal nulla c'è Priamo, con un ombrello a pois in mano
«Io a-a niente» Dice la rossa balbettando e diventando se possibile ancora più rossa, arriva Zoe con tanto di impermiabile giallo e si mette vicino a loro due, guardando in cagnesco il ragazzo, Jasmine si avvicina all'amica, due minuti dopo arriva l'autobus, oggi stranamente vuoto
«Sono preoccupata per domani, tu ci sarai?» Zoe chiede effettivamente con voce molto preoccupata all'amica che le si è seduta a fianco, invece Priamo è andato in fondo
«Per la sfida, intendi? - Zoe annuisce - Se viene alla sfida salterà la corsa di moto, spero non venga» Jasmine riflettendo sulle abitudini del ragazzo dai capelli neri, però la voce le esce un po' gelida come se non ci tenesse davvero
Dopo alcune fermate, alle quali non è presente quasi nessuno, il pulmino arriva a scuola, i ragazzi scendono ed entrano in classe, pronti ad affrontare otto ore di lezione. Stranamente le lezioni passano piuttosto in fretta, anche perché si cambia materia una volta ogni ora, non c'è tempo di annoiarsi. Alla fine della giornata Priamo accompagna Jasmine con l'ombrello. Ogni altro ragazzo torna a casa sua, dai propri fratelli, sorelle, animali domestici e genitori. Tutti tranne Vito. Sabato, il giorno successivo, i ragazzi si dirigono a scuola, continuano a guardarsi in faccia per cinque ore, all'ultima ora bisogna anche informare il professore di inglese (che passa di aula in aula) della parte per la recita che si è scelta ed in caso fosse stata presa da qualcun altro deciderne un'altra, in un modo o nell'altro fanno tutti la loro scelta, i nostri protagonisti hanno tutti parti minori. Alla fine delle lezioni come promesso, vanno al parco vicino alla scuola, c'è anche Antonio. Vito arriva sorridente, accompagnato dallo strano uomo dell'altra volta, oltre a loro ci sono il gentleman, la ballerina ed altre quattro persone (due maschi, di cui uno con i capelli rossi un occhio rosso sul fucsia e uno giallo e l'altro con i capelli neri, pelle scura e gli occhi scuri e due femmine, di cui una con i capelli biondo chiaro gli occhi grigi e l'altra con i capelli neri con sfumature viola gli occhi tra il viola e il fucsia) completamente sconosciute.IMIMIMIM
I nostri eroi si preparano in posizione di attacco, anche se nessuno riesce a trasformarsi, Evaristo ci ha provato (essendo stato l'unico a riuscirci, aveva qualche speranza in più), ma niente.
«Che delusione, otto contro nessuno» Il Genteman, sembra veramente dispiaciuto
«Black, abbiamo una missione, dobbiamo portarla a termine» La ballerina gli ricorda mantenendo la sua posizione elegante
«Rose ha ragione» Uno dei quattro sconosciuti (uno dei maschi), quello scuro, cercando di guadagnarsi le simpatie del suo capo
«Pippo, sei pronto?» l'altro ragazzo richiama all'ordine il ragazzo scuro e si avvicina a lui.
Pippo e gli altri maschietti non interpellati fanno sì con la testa
«Voi ragazze?» Dice la ragazza con la spilla di teschio, con una voce piuttosto fredda, anche le ragazze fanno sì con la testa, tra i buoni non vola una mosca.
Parte l'attacco, i nostri provano a tenere testa a tutti, ma non ci riescono, così finiscono a terra molto spesso, ma, essendo tenaci, si rialzano sempre.
Lottando, lottando, i ragazzi si ritrovano nel centro del paese vecchio e dopo altre mazzate vengono legati (con la magia) alla chiesa che si trova nella Piazza del centro. I cattivi sorridono e si volatilizzano, senza neanche provare ad ucciderli.
«Adesso che si fa?» domanda Omero un po' demoralizzato, rivolto ad Antonio
«Speravo potesse saperlo voi» Antonio un po' depresso
«Che succede Antonio?» Fortunata chiede dolcemente, lei è la più sensibile del gruppo e ha intuito dal tono del mentore che c'è qualcosa che non va
«Durante la battaglia, quel ragazzo tutto vestito di bianco, mi pare l'abbiano chiamato Black, ha detto una cosa» Antonio sempre giù di morale.
I ragazzi ripensano a tutte le mazzate che hanno preso, ma non ricordano altro
«Cosa?» Chiedono i nove ragazzi in coro incuriositi dall'affermazione del rosso e del fatto che lui non sta continuando il racconto
«Ha detto che il Fabbro, il loro capo, tiene ancora nel castello qualcosa di mio» Antonio tenendo lo sguardo fisso nel vuoto
«Cioè?» Zeno si azzarda a chiedere, un po' arrabbiato dal fatto che il loro interlocutore si blocchi ad ogni mezza frase
«C'è una cosa che non vi ho detto, è bene partire dall'inizio» Antonio chiude gli occhi.

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