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Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (22)

Per domenica (20 novembre 1994), io ed i miei cugini sistemiamo casa, mentre i miei adorati zii si godono un po' di riposo. Alla sera non posso fare altro se non chiedermi cosa succederà domani, soprattutto se Kristopher, il mio ex vicino di banco crede alla mia storia oppure no. Il problema è che non è una storia, ma la verità
«Lilly, ti disturbo?» Alfonso oltre la porta
«Hai bisogno di qualcosa?» Domando
«Veramente, volevo parlarti un attimo, posso?» Alfonso restando oltre la porta
«Entra» Lucilla, appena dico quella parola, mio cugino si fionda in camera mia
«Scusa, ma è da ieri che ti vedo un po' strana, sei tornata ad essere la ragazza assente dei primi tempi» Alfonso appena ha chiuso la porta, restando a debita distanza
«Tutto a posto, solo dei piccoli problemi con la scuola» Sorrido per convincerlo, Ultimamente sto mentendo un po' troppo
Mio cugino mi guarda e sospira
«Puoi prendere in giro i miei genitori, i miei fratelli o chi ti pare, ma non me, cugina» Alfonso
«Cosa intendi dire?» Domando anche se già lo sospetto
«Io sono in sintonia con gli animali, e per quanto strani, anche noi umani siamo animali» Alfonso
«Giusto, voi avete tutti dei poteri fantastici che io non ho, me ne dimentico sempre» Rispondo sarcastica
«Mi fa male che non ti voglia confidare con me, ma evidentemente non ci posso fare niente. Se vuoi parlare, ci sono» Alfonso riesce nuovamente dalla porta ed io tiro un sospiro di sollievo, Odio dire così tante bugie, ma per ora non posso fare altrimenti
Dopo l'estenuante conversazione con il maggiore dei miei cugini, mi cambio e filo a dormire.
Lunedì mattina (21 novembre 1994) mi sveglio prestissimo e ripasso per le eventuali interrogazioni, poi vado a fare colazione
«Buongiorno nipote» Lo zio sembra di ottimo umore
«La zia è al lavoro?» Chiedo, lui fa sì con la testa
«È andata via presto» lo zio
Piano piano arriva anche il resto della famiglia, lo zio va a lavoro, poi anche noi usciamo. Ognuno ad un orario diverso. Dopo alcuni metri mi aspetta una sorpresa, Kristopher si trova seduto ad una panchina vicino all'incrocio, faccio finta di non notarlo e passo avanti, lui si alza e mi corre dietro
«Non credo a quella storia dell'altro ieri, sai? Non credo che tu abbia ucciso qualcuno» Kristopher rompe il ghiaccio appena mi raggiunge
«Rassegnati, è la verità» Lucilla
«Questo vuol dire che, alla fine, non avevi una vita così noiosa» Kristopher cercando di fare una battuta
«Simpatico» Rispondo, poi provo ad andare ad un passo più spedito
«Ti lascio andare solo se mi dimostri che è la verità» Kristopher mi dice, è abbastanza vicino perché io lo senta, anche se avrei preferito che la sua voce si fosse persa nel vento.
Arrivo a scuola in perfetto orario, entro poco prima che suoni la seconda campanella, mi siedo al mio posto aspettandomi il peggio. Tutto sommato la giornata scolastica, fino alla ricreazione, va meglio rispetto al meteo odierno, forse a causa di Paolo, il compagno di classe dell'esplosione, oggi con pene d'amore e il potere del tempo (ma anche perché oggi Rosa è assente, quindi la classe pare un luogo tranquillo).
A ricreazione mi si avvicina Cristina, cerco di sorriderle, ma non ci riesco
«Hai una faccia, tutto ok?» Cristina
«Anche la tua faccia parla piuttosto chiaro» Io guardando il suo colorito non troppo sano
«Già, credo che mi ammalerò nuovamente» Cristina
«Di che parlate?» Kristopher ci si avvicina, una cosa che non aveva mai fatto, Cristina fa un sorriso sornione
«Amori segreti» Cristina
«Io sono al sicuro, sono tuo fratello!» Kristopher parlando solo alla sorella come se io non fossi lì
«Tu?» Cristina mi guarda, non ho voglia di affrontare questo argomento, ma provo ad avere un approccio migliore
«Mai pensato all'amore» Rispondo cercando di non far sembrare la frase come una minaccia
«A me non piace nessuno» Kristopher
«Con me tutti i ragazzi sono al sicuro, ora non spaventarti, ma sono lesbica» Cristina mi guarda, sgrano gli occhi, Kristopher è ancora più scioccato di me.

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