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Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (21)

È già mattina (9 novembre 1994) e sta piovendo, finora il tempo è stato anche fin troppo caldo per la stagione. Questo tempo perdura per un'intera settimana, giovedì successivo (17 novembre 1994) c'è il sole, ma già venerdì (18 novembre 1994) ricomincia a piovere. Sabato pomeriggio (19 novembre 1994) prendo l'ombrello ed esco. Non posso più tergiversare, inoltre lunedì ho già avvisato il resto della famiglia che sarei uscita, qualcuno mi ha chiesto se volessi essere accompagnata (dopo le vicende avvenute l'ultima volta), ma ho deciso che non fosse il caso.
Esco dalla porta di casa e poi dal cancello, suono al citofono accanto
«Chi è?» Mi risponde una voce un po' gracchiante (per via dell'apparecchio)
«Bea» Io
«E cosa vuoi?» Risponde la stessa voce infuriata
«Puoi uscire per un po'? Ti voglio mostrare una cosa» Io
Si sente silenzio per molto tempo, dopo una mezz'ora vedo una ragazza in K-Way rosa e ombrello dello stesso colore venirmi incontro
«Se è uno scherzo di cattivo gusto, giuro che me la paghi» Rosa
Senza proferire parola m'incammino per le strade del paese, Rosa mi segue abbastanza da vicino, arriviamo in poco tempo al cimitero, entro, la mia vicina di casa mi guarda titubante
«Non ti voglio tirare alcuno scherzo, vieni» Io cercando di essere convincente
Rosa sbuffa e poi entra, provo a guardarmi intorno, ma non vedo nessuno, spero ci sia anche il secondo ospite indesiderato. Ricomincio a camminare per la stradina che mi condurrà alle due tombe dei miei genitori, arrivati lì davanti mi fermo
«Ora cosa c'è?» Rosa squadrandomi
«Siamo arrivati - Rosa si guarda intorno, poi si gira nuovamente verso di me e sta per attaccare con una ramanzina con i fiocchi, ma la blocco prima - Sono quelle due tombe» Le dico indicando di fronte a me, lei le guarda, la donna sorridente dai capelli rosa chiaro e gli occhi rosa acceso dal nome Martina Spina inciso sulla lapide e l'uomo dai capelli bianchi e gli occhi arancioni, la faccia un po' da duro, ma sorridente  ed i piercing di metallo dal nome di Vittorio Artigli

Lei e Lui Dipende dai punti di vista
Vittorio Artigli nella foto


Lei e Lui dipende dai punti di vista
Martina Spina nella foto

«E quindi?» Mi domanda Rosa dopo aver osservato bene le due tombe, odio ricordare cosa successe, quindi non lo racconterò nei dettagli
«Li ho uccisi io» Rispondo con la testa bassa
Rosa mi guarda incredula
«Lo dici solo per spaventarmi» Rosa, fa per girarsi ed andarsene
«Ti dico che non è così. Li ho uccisi io, per quello sono andata via da Milano» Io
«Come mai le vittime sono qui, se le hai uccise a Milano?» Rosa, in effetti il suo ragionamento fila, ma non posso dirle che sono i miei genitori
«La mia famiglia pensa che sia stato un incidente, quindi hanno dato loro sepoltura. Io ho pensato che così nessuno avrebbe sospettato di niente, soprattutto non avrebbero sospettato di me: una quindicenne dall'aspetto strano e senza poteri» Io, continuo a guardare quei volti così familiari, eppure così diversi dal mio.
Rosa non sembra ancora convinta
«I tuoi non sanno niente?» Rosa dallo sguardo sospettoso
«No e non devono saperlo» La guardo
«Perché lo sei venuta a dire a me? Noi non siamo amiche, lo sai, vero?» Rosa
«Diciamo uno scambio. Io non dico niente a nessuno di quella faccenda dell'altra volta e tu non dici niente a nessuno di me. Se io parlassi tu rivelerai a tutti la verità ed io farò lo stesso in caso contrario. Ci stai?» Le domando porgendole la mano destra (dopo aver messo l'ombrello nella mano sinistra) e bagnandola tutta sotto la pioggia
«Ok -  mi stringe la mano, poi entrambe le facciamo tornare sotto i rispettivi ombrelli - Ora devo andare, ho promesso che sarei stata poco» Rosa si gira e se ne va, io resto lì sperando che Kristopher esca allo scoperto. Dopo alcuni minuti lo vedo comparire vicino a me, sta guardando gli stessi volti che vedo io, ma in un modo completamente diverso
«Bene, ora sai tutto - mi guarda - lasciami in pace, altrimenti ti denuncio per stalking» Gli dico infuriata, poi me ne vado a casa.
Appena arrivata mi faccio un bagno caldo, scuoto la testa provando a cancellare le ultime ore, poi mi metto a fare i compiti, a sera tarda ceno e poi dopo essermi lavata i denti torno in camera a studiare (lunedì abbiamo quattro possibili interrogazioni su sei ore totali), dopo mezzanotte vado a dormire.

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