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Visualizzazione dei post da maggio, 2019

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (11)

«Ciao, come stai?» Io «Domanda di riserva?» Mi risponde lei «Giusto. Allora passo al sodo, ho un piano» Io, convinta e sorridente «Un piano per cosa?» Cristina con faccia interrogativa «Io lo chiamo il piano Kristopher, servirà a tuo fratello per fargli capire che Alex e Luigi provano affetto anche per lui, quindi per fare in modo che tuo fratello non ti odi più» Le dico tutto d'un fiato, Cristina mi guarda a bocca aperta «Sei sicura che funzioni?» Cristina dopo alcuni minuti «Non lo so. C'è un unico modo per scoprirlo, credo. Sei pronta a rischiare?» Io «Peggio di così non sarà, no?» Cristina leggermente depressa «Spero» Io «Allora, com'è questo "Piano K"?» Cristina, ora sembra nuovamente fiduciosa e felice «Mi piace questo nome, oh scusa, passo subito ad illustrartelo» Io, le racconto per filo e per segno tutti i passaggi del piano che ho elaborato, lei mi ascolta attenta Riesco a finire prima che suoni nuovamente la campanella «Caspita, è geniale!» Cristina url

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (10)

Martedì mattina (4 ottobre 1994) mi sveglio molto meno ottimista del giorno precedente. Mi preparo e scendo a mangiare. In fila per uno arriva anche il resto della famiglia. Finito di fare colazione, andiamo a lavarci i denti. Usciamo di casa e, come ogni mattina, ognuno va per la sua strada. Prima di uscire aspetto che tutti se ne siano andati. Esco di casa sospettosa, guardo a destra e a sinistra, sento una risata malvagia provenire dalla mia sinistra. Mi giro. «Ciao Rosa» Le dico «Cos'è? Hai paura che qualcuno ti segua? Idiota» Rosa, sghignazzando se ne va.  Meno di quanto credi, mia cara, meno di quanto credi. Camminando a rallenty mi dirigo verso la scuola. Salgo le scale ed entro in classe, mi siedo al mio posto, il mio vicino ancora non è arrivato. Al suono della campanella entrano in classe Cristina e Kristopher, io saluto Cristina che ricambia con un sorriso. Kristopher, invece, mi guarda inferocito come se io fossi un osso e lui un cane.  GULP Per tutta la mattina io e Mr

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (9)

Il mattino seguente mi sveglio fiduciosa, pronta ad iniziare una nuova giornata di scuola (lunedì 3 ottobre 1994). Mi preparo «Lilly» Mio cugino entra in camera senza bussare «Non si usa bussare?» Gli dico io «Oh scusa. Ti posso parlare?» Alfonso «Se mi vuoi prendere in giro per i pasticci di ieri, direi proprio di no» Io «No, ti devo parlare di un'altra cosa» Alfonso «Ok, parla» Io, momento di silenzio «RAGAZZI È TARDISSIMO, TUTTI FUORI!» Zia Camille, la sua voce si diffonde come se in casa ci fosse un megafono. In cinque secondi siamo tutti fuori e corriamo all'impazzata verso le nostre scuole o le nostre fermate delle corriere. Arrivo a scuola con il fiatone, inizio a salire le scale, arrivo davanti alla classe, Kristopher mi taglia la strada con un ghigno stampato sulla faccia ed apre la porta della classe. La professoressa si gira non appena vede la porta aprirsi. «Alla buon'ora voi due» La professoressa, alcuni compagni ridono, io sono completamente rossa, Kristopher

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (8)

È pomeriggio. Finalmente, calmata Cristina, posso uscire da quell'ospedale deprimente. Filo dritta a casa, è tutto chiuso. Prendo le chiavi dalla borsa ed entro. Non c'è nessuno. Dove saranno?  Richiudo tutte le porte ed esco di casa correndo, inizio a cercare in giro i miei cugini ed i miei zii. Dopo un'oretta di corsa, che il mio prof di ginnastica sarebbe fiero, sono stanca morta, non riesco più a continuare, in più mi sono persa, di nuovo! Mi siedo per terra, tanto non posso combinare un guaio peggiore, no? Sento uno strano ronzio «Cos'è questo rumore?» Io Il ronzio sembra moltiplicarsi e diventa molto più forte. Mi giro, uno sciame di vespe si dirige verso di me, mi sono seduta vicino al loro alveare e loro non l'hanno presa molto bene. Urlo come una forsennata e corro nuovamente all'impazzata (questa volta per un buon motivo) per un tempo imprecisato, quando sento una voce familiare «Sciò Sciò» Dice la voce con calma, le vespe si disperdono «Mio salvatore!

Lei e Lui. Dipende dai punti di vista (7)

Mi sveglio, i miei occhi vedono tutto bianco, sono morta? No, se fosse così dovrei vedere i miei genitori. Guardo meglio, sono piastrelle bianche, mi alzo a sedere e mi guardo intorno. Vedo Cristina con gli occhi chiusi su un letto bianco. Scopro così che quelle che vedevo erano solamente le piastrelle del soffitto di un ospedale.  Ho bisogno di un po' d'aria.  Faccio per scendere dal letto, ma dalla porta entrano i genitori di Cristina «Come ti è venuto in mente?» Mi aggredisce subito Alex, è la disperazione a parlare. «Mi dispiace. Non avevo visto che fosse così tardi» Io «Tu non capisci!» Alex, il marito le  cinge le spalle. «Cristina poteva morire» Dice il marito con tono duro. «Come morire?» Io, solo allora sembra che i due capiscano che potrei non sapere qualcosa di cui invece dovrei essere a conoscenza «Cristina è malata. Le sue difese immunitarie sono troppo deboli e si ammala facilmente. Non avendo abbastanza anticorpi, lo fa più gravemente degli altri con conseguenze

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (6)

Colgo l’occasione, mangio, prendo il portafoglio, lo metto nella mia borsa (portata da Milano), infilo la borsa al braccio ed esco. Cammino fino al primo negozio di fiori (visto che ancora la città non la conosco molto bene mi perdo un po’), poi vado al cimitero ed entro. Si potrebbe dire che più che un cimitero, questo sembri di più un parco, visto che nell'angolo ci sono anche dei giochi per i bambini, ma ciò non toglie che metta comunque tristezza. Cammino fino a che non vedo due volti familiari, un uomo dei capelli bianchi e gli occhi arancioni è una donna dei capelli rosa chiaro e gli occhi rosa acceso, mi chino, metto i fiori. «Ciao mamma, ciao papà, sapete, è meglio che alla fine vi abbiano messo qui, così posso venirvi a trovare più spesso. Immaginate se foste a Milano!» Io piangendo, guardo le loro foto che mi risultano un po’ sfocate per le lacrime.  Non mi assomigliano per niente, si può quasi pensare che mi abbiano adottato. Me lo dicevano tutti. Sto un po’ lì poi mi al

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (5)

Alla fine delle lezioni aspetto che tutti i miei compagni se ne vadano e mi dirigo al primo piano. «Mi scusi. Sa dove posso trovare la presidenza?» Io verso un bidello (in segreteria, all'entrata) «Certo, al quarto piano di fianco alla biblioteca» Bidello, un uomo alto e magro dei capelli verde acido molto lunghi, gli occhi rossi e gli occhiali, al quale forse non fa piacere che io gli parli, infatti tiene il naso arricciato come se fossi una puzzola. Il bidello della segreteria Mi dirigo al quarto piano, oltrepasso la porta della biblioteca e finalmente vedo: PRESIDENZA, busso. «Avanti» Da dentro «Buongiorno» Io entrando «Buongiorno» La preside, una donna dal viso serio, gli occhi rossi e i capelli viola.  Dove l’ho già vista? «Potrei chiederle un enorme favore?» Io. Lei mi fissa con i suoi occhi rossi  Sì decisamente, l’ho già vista da qualche parte. «Ha combinato qualche pasticcio signorina?» Preside «No, solo una cosa. So che è una materia obbligatoria, ma potrei non partecipar

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (4)

La sera facciamo a cuscinate poi ci mettiamo a spettegolare, dopo un po' ci addormentiamo, io sul sacco a pelo, lei sul suo letto. Il mattino seguente (domenica 25 settembre 1994), quando mi sveglio, Cristina sta ancora dormendo, mi lavo, mi vesto e scendo di sotto, Kristopher è già lì. «’Giorno» Io, lui non risponde «Buongiorno, sei già in piedi?» Alex «Buongiorno cara» Arriva anche Luigi, Alex si dimentica di me e pensa solo al suo maritino, qualche minuto dopo arriva Cristina «Ciao» lei ancora assonnata «Ciao Cristina» I genitori «Perché non mi hai chiamata?» Cristina guardandomi «Non volevo disturbarti» Io «Ma che dolce!» Kristopher sarcastico, Cristina si zittisce. Kristopher si alza e se ne va. Appena Cristina mi fa il cenno convenuto lo seguo, ma non prima di aver salutato Alex e Luigi. Esco anche io di casa con la scusa di andare a prendere una cosa dimenticata non si sa dove. Passo un’intera mattinata a seguire ogni movimento di Kristopher, senza riuscire a “cavare un

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (3)

Il terzo ed il quarto giorno (rispettivamente mercoledì 21 e giovedì 22 settembre 1994) di scuola sembrano non finire mai. Cristina non c’è, il mio vicino si ostina a non voler rispondere alle mie domande ed a non volermi parlare, inizio a comprendere perché abbia la magia dello scudo. Il quinto giorno (venerdì 23 settembre 1994) torna Cristina, Rosa, durante l’ora di diritto, utilizza i suoi poteri magici contro di me. In pratica accade questo: la prof. inizia a spiegare, dopo dieci minuti s’interrompe e guarda male me e Kristopher. Ricomincia la lezione, ma dopo alcuni minuti torna a guardarci male, così per altre due volte, la quinta volta improvvisamente inizia ad urlare: «SE NON VOLETE ASCOLTARE LA LEZIONE, MA VOLETE PARLARE, QUELLA È LA PORTA – indica la porta – ANZI USCITE SUBITO!» L'insegnante urlando come una forsennata Non capisco, né io né Kristopher abbiamo proferito parola, soprattutto lui. Ci alziamo e ce ne andiamo, guardiamo la classe, tutti guardano male verso

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (2)

Nel pomeriggio visto che non ho compiti, aiuto la zia.  Dopo un paio di ore, dopo aver lavato i piatti, spazzato e spolverato, la zia mi sussurra all'orecchio: «Vai fuori e divertiti, ok?» Zia Camille «Ma io voglio aiutarti!» Io «Non ti preoccupare, mi hai già aiutato abbastanza, ormai ho finito» la Zia facendomi l'occhiolino. Senza ribattere vado fuori, nel giardino di casa, dove ci sono i miei cugini con una palla in mano: «Era ora! Pensavamo non venissi più, Lilly» dicono tutti e cinque in un coro sconnesso, i miei cugini sono terribili se ci si mettono. «Io faccio una squadra!» La voce di Alfonso ormai è cambiata dall'ultima volta che ci siamo visti, sembra un adulto! Il ragazzo ha i capelli bianchi e gli occhi gialli Alfonso, ha i capelli completamente bianchi e gli occhi gialli «Io faccio l’altra» Primula, invece lei non è cambiata di una virgola, sempre due codini giganteschi lilla e sempre gli occhi indaco che la contraddistinguono da sempre. Primula, capelli li

Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (1)

I n un mondo normale nacque una bambina strana, in un mondo strano nacque un bambino normale... (Lunedì - 19/09/1994) «Capelli neri, occhi blu elettrico, avrò difficoltà ad ambientarmi e lo sai» Io Questa sono io Zoom sui miei occhi   «Non essere sciocca, quando ti conosceranno ti ameranno» Camille, una donna dai capelli d'argento e gli occhi fucsia Camille, la mia zietta, sembra molto giovane Affrontare il primo giorno di scuola è sempre un trauma, soprattutto se bisogna inserirsi in una classe nuova, dove ci sono gruppi di persone che sono andati insieme a scuola dalle materne. Ora immagina se il nuovo arrivato fosse anche diverso dagli altri, è praticamente impossibile uscirne vivi! Io lo so bene, ci sono già passata. Mia zia mi guarda ottimista ed io faccio un mezzo sorriso solo per compiacerla, ma non sono per niente convinta. È ora di uscire, a malincuore prendo lo zaino ed esco dalla porta di “casa”. Seguendo i miei cugini arrivo a scuola, prima di entrare, mi assicuro