«Ciao, come stai?» Io
«Domanda di riserva?» Mi risponde lei
«Giusto. Allora passo al sodo, ho un piano» Io, convinta e sorridente
«Un piano per cosa?» Cristina con faccia interrogativa
«Io lo chiamo il piano Kristopher, servirà a tuo fratello per fargli capire che Alex e Luigi provano affetto anche per lui, quindi per fare in modo che tuo fratello non ti odi più» Le dico tutto d'un fiato, Cristina mi guarda a bocca aperta
«Sei sicura che funzioni?» Cristina dopo alcuni minuti
«Non lo so. C'è un unico modo per scoprirlo, credo. Sei pronta a rischiare?» Io
«Peggio di così non sarà, no?» Cristina leggermente depressa
«Spero» Io
«Allora, com'è questo "Piano K"?» Cristina, ora sembra nuovamente fiduciosa e felice
«Mi piace questo nome, oh scusa, passo subito ad illustrartelo» Io, le racconto per filo e per segno tutti i passaggi del piano che ho elaborato, lei mi ascolta attenta
Riesco a finire prima che suoni nuovamente la campanella
«Caspita, è geniale!» Cristina urla, i compagni di classe appena rientrati ci guardano male, per fortuna tra di loro non c'era il protagonista del piano K.
«Sì, ma sarà per il prossimo sabato, questo non si può» Io, iniziando a spostarmi verso il mio posto
«E perché?» Lei
«Sono in punizione!» Le faccio l'occhiolino e lei mi guarda sconvolta
Ora che sono riuscita a parlare con la mia (unica) amica, sono più sollevata, infatti, nonostante due lezioni pesanti (storia e geografia) l'ora e mezza successiva passa veloce. L'ultima ora abbiamo francese, la professoressa, una donna dei capelli grigi e gli occhi lilla, ha la graziosa idea di interrogarmi.
Ovviamente non sono da sola sul patibolo, insieme a me ci sono almeno quattro compagni e tutti cercano di non farmi rispondere nemmeno ad una domanda, quindi il voto finale è 6---, per grazia della professoressa, altrimenti sarebbe stato un 4. Finita anche l'ultima umiliazione, cioè, volevo dire ora, torno a casa. Per prima cosa dico a mia zia del bellissimo primo voto dell'anno e la zia mi guarda arrabbiatissima.
«A studiare!» Zia Camille, Cosa crede che abbia fatto dall'inizio dell'anno scolastico? A parte seguire Kristopher, s'intende.
Passo il resto del pomeriggio a studiare per il compito di venerdì, in più a fare i compiti ed a studiare per un altro professore che mi interrogherà il giorno successivo: matematica.
Alla fine, senza neanche mangiare crollo sui libri.
Il mattino successivo (giovedì 6 ottobre 1994, quando arriverà la domenica?) mi sveglio con un libro appiccicato alla faccia, mi vado a fare il bagno. La zia appena ho messo piede fuori dal bagno, mi dice che devo aiutare anche le mie due cuginette gemelle a farselo. Diabolicamente le butto giù dal letto e le tuffo nella vasca di acqua calda. Parte la guerra degli schizzi d'acqua. Finito di lavare per bene quelle due piccole e graziose pesti, devo pulire tutto il bagno. Esco da quella stanza e finalmente mi preparo per la scuola. A colazione la zia ci dice che Alfonso è sparito nuovamente presto per andare dai suoi amici. Lo zio alza le spalle, le cugine la ignorano. Terminato il discorso, siamo già tutti spariti per andare a scuola e la zia sembra sorpresa che in casa non ci sia già più nessuno. Visto che è ancora presto, vado un po' a zonzo per il quartiere. Ad un paio di chilometri da casa, trovo Alfonso che parla con una ragazza dei capelli verdi e gli occhi giallo sull'arancione, fingendo di non vederli passo oltre.
«Domanda di riserva?» Mi risponde lei
«Giusto. Allora passo al sodo, ho un piano» Io, convinta e sorridente
«Un piano per cosa?» Cristina con faccia interrogativa
«Io lo chiamo il piano Kristopher, servirà a tuo fratello per fargli capire che Alex e Luigi provano affetto anche per lui, quindi per fare in modo che tuo fratello non ti odi più» Le dico tutto d'un fiato, Cristina mi guarda a bocca aperta
«Sei sicura che funzioni?» Cristina dopo alcuni minuti
«Non lo so. C'è un unico modo per scoprirlo, credo. Sei pronta a rischiare?» Io
«Peggio di così non sarà, no?» Cristina leggermente depressa
«Spero» Io
«Allora, com'è questo "Piano K"?» Cristina, ora sembra nuovamente fiduciosa e felice
«Mi piace questo nome, oh scusa, passo subito ad illustrartelo» Io, le racconto per filo e per segno tutti i passaggi del piano che ho elaborato, lei mi ascolta attenta
Riesco a finire prima che suoni nuovamente la campanella
«Caspita, è geniale!» Cristina urla, i compagni di classe appena rientrati ci guardano male, per fortuna tra di loro non c'era il protagonista del piano K.
«Sì, ma sarà per il prossimo sabato, questo non si può» Io, iniziando a spostarmi verso il mio posto
«E perché?» Lei
«Sono in punizione!» Le faccio l'occhiolino e lei mi guarda sconvolta
Ora che sono riuscita a parlare con la mia (unica) amica, sono più sollevata, infatti, nonostante due lezioni pesanti (storia e geografia) l'ora e mezza successiva passa veloce. L'ultima ora abbiamo francese, la professoressa, una donna dei capelli grigi e gli occhi lilla, ha la graziosa idea di interrogarmi.
L'insegnante di francese, dagli occhi lilla ed i capelli grigi |
«A studiare!» Zia Camille, Cosa crede che abbia fatto dall'inizio dell'anno scolastico? A parte seguire Kristopher, s'intende.
Passo il resto del pomeriggio a studiare per il compito di venerdì, in più a fare i compiti ed a studiare per un altro professore che mi interrogherà il giorno successivo: matematica.
Alla fine, senza neanche mangiare crollo sui libri.
Il mattino successivo (giovedì 6 ottobre 1994, quando arriverà la domenica?) mi sveglio con un libro appiccicato alla faccia, mi vado a fare il bagno. La zia appena ho messo piede fuori dal bagno, mi dice che devo aiutare anche le mie due cuginette gemelle a farselo. Diabolicamente le butto giù dal letto e le tuffo nella vasca di acqua calda. Parte la guerra degli schizzi d'acqua. Finito di lavare per bene quelle due piccole e graziose pesti, devo pulire tutto il bagno. Esco da quella stanza e finalmente mi preparo per la scuola. A colazione la zia ci dice che Alfonso è sparito nuovamente presto per andare dai suoi amici. Lo zio alza le spalle, le cugine la ignorano. Terminato il discorso, siamo già tutti spariti per andare a scuola e la zia sembra sorpresa che in casa non ci sia già più nessuno. Visto che è ancora presto, vado un po' a zonzo per il quartiere. Ad un paio di chilometri da casa, trovo Alfonso che parla con una ragazza dei capelli verdi e gli occhi giallo sull'arancione, fingendo di non vederli passo oltre.
«Lucilla» Mio cugino mi chiama
«Ciao Alfonso» Io, la compagna di mio cugino mi guarda in modo assassino,
«Vai a scuola? Ti accompagno?» Alfonso
«Certo che vado a scuola, dove credi che vada? Comunque, no grazie, vado da sola» Io, detto questo allungo il passo dirigendomi verso scuola.
Appena entro in classe suona la campanella di inizio lezioni, il professore di matematica, un uomo degli occhi capelli arancioni che indossa sempre un cerchietto, mi aspetta impaziente.
«Ciao Alfonso» Io, la compagna di mio cugino mi guarda in modo assassino,
«Vai a scuola? Ti accompagno?» Alfonso
«Certo che vado a scuola, dove credi che vada? Comunque, no grazie, vado da sola» Io, detto questo allungo il passo dirigendomi verso scuola.
Appena entro in classe suona la campanella di inizio lezioni, il professore di matematica, un uomo degli occhi capelli arancioni che indossa sempre un cerchietto, mi aspetta impaziente.
professore di matematica, anni trenta circa, capelli ed occhi arancioni |
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