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Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (25)

Mercoledì mattina: 23 novembre 1994, la sveglia suona fin troppo presto. Mi alzo come uno zombie, vado in cucina e trovo entrambi gli zii che stanno sonnecchiando sulla colazione. Mi siedo al tavolo e cerco di non svenire dal sonno. Piano piano, arriva anche il resto della famiglia, per ultime le due gemelline. Finito di mangiare, mi alzo, gli zii guardano entrambi l'orologio e scattano come due molle, salutano tutti in fretta ed escono di casa. I miei cugini neanche se ne accorgono dato che pure loro sono stanchi morti. Torno in camera, mi vesto velocemente e poi esco di fuori, sta piovendo a dirotto, torno dentro per prendere l'ombrello e poi filo a scuola.
Oggi Cristina c'è, ma manca Kristopher, non posso esserne triste. Paolo, il mio vicino, non mi parla perché pensa che io sia una strega nera, una di quelle delle maledizioni e via dicendo. Ieri, dopo il cambio dei posti, ho provato a farci quattro chiacchiere, ma lui mi ha scacciata facendosi il segno della croce mille volte o poco più. Per fortuna Cristina mi ha spiegato il motivo di quel gesto. Appoggio una mano sotto il mento e cerco di ascoltare la lezione senza addormentarmi, poi ci pensano pure i professori a tenermi sveglia con una verifica durante la seconda ora e l'interrogazione dell'inizio della terza, finalmente suona la campanella della ricreazione mi sto appisolando sul banco. Paolo esce dalla classe e Cristina prende il suo posto
«I miei cugini hanno fatto una festa al ristorante ai miei zii per il loro anniversario. La zia se n'era dimenticata e quindi siamo arrivati tardi, abbiamo mangiato, siamo tornati a casa che era notte fonda e ho litigato pure con il letto» parlo tra uno sbadiglio e l'altro.
«I tuoi cugini? Dimmi, c'è qualche ragazza carina?» Cristina strizzando l'occhio, mi sveglio quasi del tutto e mi accorgo di quello che ho appena combinato, sono indecisa se dirle la verità oppure continuare a mentire. Non posso continuare a mentire per sempre.
«Una curiosità: ma i tuoi genitori lo sanno che sei lesbica? -Aspetto due secondi, ma lei non risponde, così ne approfitto per chiederle un'altra cosa - Ti piace qualcuno dei miei fratelli?» facendomi sempre gli affari degli altri
«Ancora non ho avuto il coraggio di dirglielo» Cristina confessa infine
«È difficile dire la verità» confesso anche io
«Come aspetto, mi piace Primula. Lei quanti anni ha?» Cristina con una mano sotto il mento e gli occhi puntati in aria
«Ancora 13, ne fa 14 a maggio. - prendo un lungo sospiro e mi preparo per la battaglia imminente - Prima che tornino gli altri, è una cosa che sa solo Rosa è solo per che abita di fianco a casa mia - Cristina ha una faccia scioccata. - Ti dovrei dire una cosa» comincio la frase, ma non faccio in tempo a finire perché suona nuovamente la campanella che indica la fine del ricreazione. Cristina torna velocemente al suo banco facendomi segno di parlare dopo.
Nel più completo silenzio affronto la successiva mezz'ora di interrogazione e poi abbiamo un'ora di spiegazione e infine un altro paio di ore di "inquisizione", finalmente trilla la campanella che ci dà il via libera per tornare a casa. Cristina esce fuori dalla porta della scuola e mi aspetta lì, io la raggiungo.
«Cosa mi dovevi dire?» Cristina mentre camminiamo a zonzo per le strade del paese.
«Mi devi promettere che non lo dirai a nessuno, soprattutto a tuo fratello» io, seria. La mia amica ci pensa un po', nel frattempo decidiamo a segni di andare verso casa sua
«Ho appena fatto pace con lui, non mi puoi chiedere questo - sospira - però siamo amiche, quindi te lo prometto» Cristina sospira nuovamente
«Quelli che hai conosciuto non sono i miei genitori ed i miei fratelli, ma i miei zii e i miei cugini. Sono figlia unica e - le parole mi vengono a meno, non riesco a dirlo, inghiottisco a vuoto - e» Io, incespicando con le parole, alla fine non riesco più a parlare, ma tanto Cristina mi interrompe quando cerco di farlo nuovamente.
«Perché non hai detto niente? Perché mi hai fatto credere che fossero i tuoi fratelli e i tuoi genitori? Non ti fidavi di me? E perché non vuoi che lo sappia Kriss?» Cristina mi tempesta di domande ed ha anche ragione
«Avevo paura della tua reazione, eri così contenta quando hai pensato che avessi una famiglia numerosa. Per quanto riguarda tuo fratello glielo dirò quando smetterà di seguirmi» le dico l'ultima frase forse un po' troppo duramente
«Ancora non ha smesso? Adesso gli parlo io» Cristina, ancora non mi sorride, il che mi fa pensare che ancora ce l'abbia un po' con me, ma nutro delle speranze dato che mi saluta e mi lascia tornare a casa.
Mentre sono sulla strada del ritorno, mi viene in mente che nella giornata di ieri con tutto il caos che è successo, non ho ancora detto niente alla zia del mio otto preso nella verifica a sorpresa. Arrivo a casa e ricomincia a piovere, aveva smesso giusto poco prima che finissero le lezioni.
A casa ci sono già tutti tranne gli zii che sono già tornati al lavoro, tutti quanti mi fanno delle domande su dove sia stata e spiego loro che ho accompagnato la mia amica a casa sua. Dopo alcuni commenti da Giulia del tipo "Siamo sicuri che si tratti di un'amica? Non sarà mica un fidanzatino?" che le hanno fatto guadagnare un'occhiataccia da Alfonso.
Mangio di nuovo da sola, visto che tutti gli altri hanno già consumato il pasto, mi hanno lasciato i piatti da lavare, quindi sbrigo questa faccenda  e poi vado a fare i compiti. Lo zio torna verso le 19:30 e inizia a preparare la cena, la zia torna alle 20:30 che è già quasi tutto pronto. Ceniamo tutti insieme e poi ci fermiamo un po' per parlare del più del meno, però i tre quarti della famiglia non ha ancora finito di fare i compiti quindi, i malcapitati tornano nelle proprie camere. Mi lavo i denti e vado a fare lo zaino, mentre sistemo tutto mi viene in mente che non ho svolto un compito per il giorno dopo, quindi tiro di nuovo fuori l'occorrente e mi metto all'opera. Un'ora dopo, riesco finalmente ad andare a dormire. Durante la notte faccio un brutto sogno, una tempesta di fulmini, la stessa che c'era la notte in cui morirono i miei genitori. Mi sveglio nel cuore della notte e non riesco più a riaddormentarmi, faccio un giro per casa, ma purtroppo, questa cosa non aiuta. Rimango sul divano fino al giorno dopo, quando vengo sorpresa da Camille. Giovedì 24 novembre 1994:
«Lucilla, così fai?» la zia mi guarda mentre mi stropiccio gli occhi sul divano
«Ho fatto un incubo, dopo non sono più riuscita a riaddormentarmi, speravo che cambiare postazione avrebbe potuto essere una soluzione» io, sbadigliando ogni tanto
«Vuoi darmi una mano?» la zia senza chiedere nient'altro, annuisco e mi alzo.
Recupero gli zaini delle mie cugine abbandonati a loro stessi in un punto non meglio precisato della sala (ogni sera li nascondono in un posto diverso), prepariamo la merenda per tutte e poi posizioniamo le cartelle sul divano in ordine di età delle proprietarie. Visto che ormai è arrivata l'ora, preparo la colazione e poi mangio la mia parte, la zia mi fa compagnia.
Mentre vado verso le camere inizio a notare che c'è del movimento, busso sulla porta del bagno
«Occupato» la voce di Alfonso mi risponde dall'interno
«Torno dopo» gli comunico e poi vado a cambiarmi, ho appena finito di prendere gli indumenti dai vari cassetti che sento bussare alla porta
«Il bagno è libero, se ti sbrighi» il mio cuginetto, con tutti i vestiti sotto il braccio entro, mi lavo i denti, mi cambio, mi pettino con i due codini come sempre, ecc.
Quando esco, la fila si è allungata a dismisura. Torno in camera mia mentre qualcun altro occupa il bagno e prendo la mia borsa, saluto la zia ed esco dalla porta. Anche oggi piove, il clima è un po' più freddo, rispetto a ieri.

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