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Pokémon: Il viaggio di Aria - Capitolo undici

Il tribunale all'interno è illuminato da una luce molto fioca, Aria che già fa fatica normalmente ad orientarsi, soprattutto in un posto nuovo, si perde diverse volte, anche perché qui dentro non ci sono presenti, come in città dei cartelli, purtroppo ci sono solo delle statue, quindi non può chiedere informazioni a nessuno. La giovane prova ad aprire una porta dopo l'altra e finalmente arriva ad un'aula piena di sedie con una grande scrivania. L'aula all'inizio è vuota, ma dopo un po' arriva un uomo con i capelli rossi e gli occhi viola che la squadra la testa ai piedi.

Pokemon il viaggio di Aria
Giudice Azzurropoli, indossa una camicia viola, ma abbottonata

«Che ci fai qui ragazzina?» L'uomo.
«Buongiorno, io mi chiamo Aria, volevo parlare, se possibile, con qualcuno che si occupa della legislazione di questo paese.» Aria, l'uomo dai capelli rossi la osserva e poi risponde.
«Adesso siamo in pausa, ritorneremo qui fra poco, dovresti attendere per altri dieci minuti. Esci dalla porta e rimani in attesa.» Il rosso. La castana esce e dopo dieci minuti arriva un uomo dai capelli castano brizzolato, non proprio giovanissimo, dagli occhi castani.

Pokemon il viaggio di Aria
Secondo giudice Azzurropoli

Questo signore esce fuori dall'aula per chiamare la nostra protagonista poi si va a sedere insieme agli altri due giudici.
«Chi sei? Che ci fai qui?» chiede il terzo giudice, una donna dagli occhi azzurri sul verde e i capelli castani.

Pokemon il viaggio di Aria
il terzo giudice di azzurropoli
Aria si ripresenta. 
«Vedete signori, il fatto è questo. Non mi sembra giusto che per riuscire ad arrivare a fare tutto quello che vogliamo noi giovani dobbiamo per forza sconfiggere una qualsiasi tipo di lega e combattere. Se ci fosse qualcuno di noi che non avesse nessuna intenzione di farlo?» Aria. I giudici la guardano.
«È la legge. Il percorso è questo.» risponde la donna
«Lo so bene, ma il mio sogno sarebbe quello di far rispettare sia i diritti degli umani che dei Pokémon, vorrei essere un'ambasciatrice dei Pokémon.» Aria
«Ma questo ruolo non esiste!» il grigio.
«Perché credete che sia venuta qui allora! Proprio perché voi potreste cambiare la legge e modificare il modo di essere di questo mondo.» Aria
«Prima però ci dobbiamo consultare, non possiamo mica prendere una decisione così, su due piedi.» il rosso
«Hai detto di chiamarti Aria giusto?» l'uomo anziano
«Giusto.» Aria
«Aspetta qui e vedremo il da farsi. - La donna, i giudici escono dall'aula e dopo un po' ritornano - Mia cara, non possiamo stravolgere così di netto tutto, però possiamo aggiungere un mestiere per questa volta, quello di ambasciatrice e tu sarai la persona designata per difendere i diritti di tutti i Pokémon, però prima di poterlo diventare dovrai comunque sconfiggere la lega, per ora questa è l'unica concessione che ti possiamo fare, per tutte le altre richieste ci vedremo sicuramente perché questo sarà il tuo compito.» La signora
«Sono contenta di diventare un'ambasciatrice ma devo comunque mettere in pericolo tutti i miei Pokémon. Sarebbe possibile far sì che a lottare non siano i Pokémon, ma l'allenatore?» Aria
«Solo una richiesta per giorno, oggi la tua richiesta è già stata ascoltata torna domani e ne potrei fare un'altra. Così funziona in questo paese.» la castana dagli occhi azzurro verdi
«Se qualcuno passasse durante la giornata al mio posto?» Aria
«Lo potrebbe fare perché ogni persona può fare una richiesta.» la giudice.
Aria allora esce dalla stanza per andare da Charles, è già sera, appena lo raggiunge gli racconta tutto quello che è successo all'interno del tribunale e gli chiede la cortesia di fare una richiesta per lei, il giovane un po' controvoglia entra nell'edificio. Il verde riesce ad orientarsi di più rispetto ad Aria, trova la stanza dei giudici ed entra, Charles si schiarisce la voce per attirare l'attenzione e la cosa funziona. «Buonasera signori e signore. Scusate il disturbo ma avevo una richiesta da fare.» Charles 
«Va bene, parla!» il ragazzo dai capelli rossi
«Volevo richiedere che per ogni tipo di lavoro futuro ci fosse una formazione leggermente diversa.» Charles
«Questo, in realtà esiste già.» lo interrompe l'uomo dai capelli bianchi
«Se uno sogna di diventare un fotografo Pokémon, secondo me non dovrebbe essere costretto a svolgere le competizioni di lotta, in quanto non c'entrano niente con la sua formazione. A dir la verità credo che bisognerebbe ampliare nuove forme e tipi di scuole.» Charles, i tre dietro al banco sono leggermente perplessi. Il ragazzo dai capelli rossi chiede ulteriori spiegazioni, allora Charles continua «Continuiamo con l'esempio del fotografo, secondo me, sarebbe più utile fare delle gare basate sulla fotografia.» Charles, ora i tre hanno più in chiaro cosa vuole il ragazzo e si prendono un pochino di tempo per pensarci, quindi come l'altra volta escono dalla stanza e tornano dopo una decina di minuti. «No, quello che dici è giusto, ragazzo. Però noi abbiamo bisogno di molto tempo per attivare la legge che ci stai richiedendo, inoltre di' alla tua amica che la legge richiesta, potrebbe essere diversa da come se l'aspetta perché non dipende solo da noi.» il grigio. Il verde annuisce e ringrazia e poi esce dal tribunale. Fuori ad aspettarlo non c'è più nessuno, il ragazzo, visto che ormai è buio decide di aspettare in un angolino senza muoversi. Dopo una circa una mezz'oretta arriva Aria, la quale sta consegnando a mano e direttamente nella bocca del suo vorace amico una bacca cotta per volta, il Vulpix ringrazia la gentilezza mordendole un dito.
«Ciao Charles credevo di essermi persa» Aria annuncia appena arrivata a destinazione. I due si mettono in un angolo e rimangono lì fino al giorno dopo 5 ottobre 1997.  I due moschettieri tornano dentro il tribunale, Charles riferisce alla ragazza ciò che gli è stato detto il giorno prima in tribunale, cioè che deve aspettare l'applicazione della legge, in modo da vedere cosa è stato deciso, in caso poi qualcosa non le vada bene deve tornare dai funzionari di Azzurropoli. Charles e Aria rientrano nell'aula del tribunale. 
«Vorrei sapere se l'allenatore può lottare al posto del suo Pokémon.» Aria, i tre giudici si consultano e poi dicono che la questione si potrà fare solamente per tutti quei mestieri che non riguardano per esempio il capo palestra oppure il maestro Pokémon quindi le lotte Pokémon di per sé. Quindi da adesso le palestre chiedere alla persona che cosa vorrà fare nel futuro e poi decidere se è il caso di far lottare l'allenatore oppure no. A questo punto i due giovani salutano ed escono, poi si preparano la colazione.
I ragazzi ora sono indecisi su dove andare, quindi consultano i vari cartelli, all'improvviso si trovano davanti a un uomo dai capelli blu e gli occhi azzurri.
Pokemon: il viaggio di Aria
Francis
«Buongiorno, voi dove state andando?» l'uomo di nome Francis 
«Ancora non lo sappiamo.» Aria
«Io dovrei andare nel paese di Candia. Potresti farmi compagnia, almeno avrei una bella ragazza insieme a me.» dice di nuovo l'uomo verso Aria
«Ti va di andare in questa città?» Charles verso Aria ignorando il terzo incomodo.
«In realtà non lo so.» Aria
«In effetti c'è una cosa che ti vorrei far vedere.» Charles indica ad Aria una città sulla cartina
«Per me va bene. Faremo questo pezzo di viaggio insieme, ma sappi che se provi ad avvicinarti a me sei un uomo morto.» Aria, il ragazzo si presenta come Francis e promette che le starà a debita distanza, ma poi non perde l'occasione per farle l'occhiolino. La poveretta non ha nessuna intenzione di ricambiare il gesto e nemmeno il Vulpix che sta guardando torvo il nuovo arrivato. I tre iniziano a camminare insieme, dopo il primo tratto su strada asfaltata, ci si ritrova nuovamente a camminare nei boschi. I due ragazzi si domandano come mai le strade si trovano sempre in mezzo alla natura, nonostante abbia avuto pochissima esperienza in fatto di viaggi anche Aria riconosce che per ora è sempre stato così. Mentre percorrono la strada verso la loro meta, i tre saranno impegnati anche tra allenamenti, abbuffate e tentativi di seduzione da parte di Francis, soste al bagno o a lavarsi ovviamente maschi e femmine separati. Dopo cinque giorni (10 ottobre) il gruppo arriva a Candia, il trio si separa, Charles e Aria vanno da una parte mentre Francis, va dall'altra.
Charles accompagna Aria ad un vecchia statua di marmo.

(Se trovi un immagine per la statua)

«Perché mi hai voluto portare qui?» Aria
«Vedi Aria, quella donna è diventata un pilastro della nostra società, in quanto grazie alle numerose leggi che ha fatto approvare, ha cambiato il mondo, trasformandolo in quello che conosciamo oggi.» Charles
«Con questo intendi dire anche che probabilmente non si sarebbero fatte lotte Pokémon?» Aria guarda storta la statua 
«Sì esatto, però non ci sarebbero neanche le varie possibilità di lavoro che ci sono adesso. Prima era possibile fare una sola cosa ovvero gli scavi nelle miniere. I Pokémon più piccoli di statura insieme ai bambini venivano mandati in queste miniere e trattati come schiavi alla ricerca di tesori nascosti. Adesso in caso qualcuno faccia il mestiere di minatore viene trattato con il dovuto rispetto, infatti viene retribuito, vengono rispettati i protocolli di sicurezza e ha le sue dovute pause. Non tutti gli allenatori sono come me Aria, quindi oggi è possibile trovare delle persone che vogliono davvero bene ai Pokémon e che lottano insieme perché questo è il loro volere, perché esistono dei Pokémon che desiderano evolversi.» Charles
«Però ci sono anche quelli che li costringono. Io farò di tutto affinché questo non accada più. - il suo compagno di viaggio la guarda, magari avessi avuto lui tutto questa determinazione forse non sarebbe finito come ora. - Ora dove andiamo?» Aria
«Questo proprio non lo so, io ho finito di mostrarti tutto quello che potrebbe esserti utile, ma non so tutto quello che c'è nel mondo, se vuoi andiamo a visitare qualche bel paese.» Charles le fa l'occhiolino e Aria si mette a ridere
«Facciamo i turisti!» Aria
«Allora dirigiamoci verso la prossima città, tanto da quello che ho capito non hai nessuna intenzione di sconfiggere il capo palestra di questa, giusto?» Charles
La ragazza annuisce con la testa, i giovani si avventurano di nuovo per i boschi per raggiungere una nuova città, anche se ancora non sanno precisamente quale. A un certo punto c'è un cartello con le varie direzioni, alla fine ne scelgono una a caso. Camminando camminando però la coppia nota che il sentiero sembra scomparire, i ragazzi sono preoccupati di perdersi, ma guardandosi intorno vedono nascosta tra gli alberi un'imponente costruzione con una recinzione di ferro quasi completamente arrugginito, curiosi di sapere di che cosa si tratti e speranzosi che si sia la città che stanno cercando si avvicinano alle mura. Dall'interno vengono dei rumori di lavoro come delle persone che stanno picconando qualcosa.
«Forse ci troviamo davanti a una delle miniere di Marzia» Charles. Aria lo guarda turbata, qualcosa non le torna.
«Tu sei a conoscenza del fatto che da queste parti ce ne sia una? Le hai mai viste o comunque ne sai qualcosa?» Aria
«In realtà l'ultima volta che sono passato di qui non c'era niente, ma è pur vero che ormai sono passati circa tre o quattro anni, se non cinque» ammette imbarazzato Charles
«Andiamo a dare un'occhiata cancello.» Aria.
I due girano intorno alla costruzione fino alla porta, dove trovano un paio di guardie. Una ha la barba, i baffi, gli occhi castani e i capelli lunghi, l'altro è un po' abbronzato, gli occhi verdi e capelli biondi.
Pokemon il viaggio di Aria
Guardia castana

Pokemon il viaggio di Aria
Guardia bionda
«Buongiorno signori. Dove ci troviamo? Come facciamo ad arrivare al paese di Oscar?» Aria
«Era una città poi è diventata una prigione.» La guardia castana, rispondendo solo alla prima domanda
«Quindi ci troviamo in una prigione?» Charles
«Esatto e adesso ci finirete anche voi due.» Il biondo.
Aria viene presa subito, mentre Charles prova a difendersi, ma non ci riesce, quindi alla fine i due ragazzi vengono buttati dentro al cancello e le porte vengono rinchiuse.

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