Siamo arrivati a martedì successivo, giorno 8 ottobre 2197 (hanno già visto dove si svolge il concorso ed ora vanno a farlo). Tutti gli alunni di tutte le scuole partecipanti sono pronti a salire sul pullman per andare a Verona, dove si svolgeranno le esibizioni. Il luogo, come ho già detto, dista, circa, quattro ore di pullman.
Dopo il lungo viaggio, finalmente, tutti sono arrivati a destinazione, non ci sono solo le classi delle nostre amiche, ma anche quelle dei ragazzi con loro ed altre scuole di altre parti del mondo.
«Ciao Emilio» Anita
«Ciao» Quello che dovrebbe essere Emilio, un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi
«E lui?» Giovanna mentre guarda il vicino del ragazzo, un ragazzo con un sorriso enigmatico, dai capelli rossi, gli occhi azzurro brillante e la pelle non proprio chiara
«Lui è nuovo, è arrivato oggi, si chiama Demetrio» Emilio
«Ciao» Demetrio timidamente
Dopo il lungo viaggio, finalmente, tutti sono arrivati a destinazione, non ci sono solo le classi delle nostre amiche, ma anche quelle dei ragazzi con loro ed altre scuole di altre parti del mondo.
«Ciao Emilio» Anita
«Ciao» Quello che dovrebbe essere Emilio, un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi
Cioè lui |
«Lui è nuovo, è arrivato oggi, si chiama Demetrio» Emilio
Demetrio |
Arrivano anche Milena ed Elisa
«Ciao ragazze» le due ultime arrivate insieme
«Ciao» Giovanna ed Anita
«Ciao Elisa» un ragazzo biondo dagli occhi verde brillante
«Ciao Luca, ci sei anche tu?!» Elisa
«Ciao Luca» Emilio
Luca |
«Fratellino!» Luca
«Che?» Le ragazze in coro
«Noi siamo fratelli gemelli» Emilio, le ragazze si guardano sbalordite
«Sì, ma viviamo in due paesi diversi perché i nostri genitori si sono separati e non ci vediamo quasi mai» Luca
«Io non vi ho chiesto di raccontarmi tutta la vostra vita - vede in quel momento che Alfredo si avvicina - ma trovo davvero commovente la vostra storia» Milena facendo finta di asciugarsi una lacrima
«Anita che ci fai tu qui?» Alfredo
«Scusa mi sono dimenticata di dirti che c'ero anche io» Anita, in quel momento passano altre scolaresche
«Ragazzi venite a fare conoscenza - i ragazzi si avvicinano - Buongiorno, anche voi partecipate al concorso?» i Prof. cercano di fare amicizia, ma gli altri li guardano storti ed iniziano a parlare in una lingua straniera che ovviamente i poveretti non capiscono.
«Ma questo è giapponese!» Milena si avvicina a vedere lo strano colloquio dove nessuna delle parti capisce l'altra
«Excuse me, do you speak english?» Prof d'inglese (per chi è negato come me: Scusate, parlate inglese?)
«Yes, I do» altra tipa dell'altra scuola (Sì)
«Se vi interessa io parlo giapponese» Milena mentre quelle prof. parlano in inglese senza ascoltarla minimamente
«Ci sono parecchie classi giapponesi» Prof. che aveva provato a parlare con tutti gli insegnanti delle altre classi, ma in italiano, le ragazze si girano
«Già praticamente siamo circondati» Milena raggiante, tutti la guardano male.
Le ragazze si spostano ma vengono invase da un gruppo di ragazze giapponesi.
«Ciao, chi siete? Siete di qui, vero?» Una delle ragazze, ha dai capelli blu e gli occhi azzurro brillante, mentre parla con loro, le nostre amiche sentono una strana sensazione come di calore
«Parlate italiano?» Milena
«Sì» Tutte in coro, tutti i presenti le guardano incuriositi.
Le ragazze incominciano a parlare del più del meno cercando di fare amicizia con quelle ragazze straniere.
(Più o meno aspetto delle ragazze).
"ATTENZIONE ATTENZIONE tutte le classi sono pregate di dirigersi nei luoghi stabiliti" una voce da un megafono non troppo lontano dal punto di ritrovo
«Bene, ciao ci vediamo» Milena, Anita, Elisa e Giovanna
«Ciao, sì, ci vedremo sicuramente» la ragazza dai capelli rossi e gli occhi fucsia parlando per tutte le ragazze giapponesi, poi il gruppetto si allontana.
Ogni classe va nel proprio stabilimento, come indicato dai professori, gli unici a conoscere i "luoghi stabiliti" che aveva nominato il megafono. Le nostre protagoniste (Milena, Giovanna, Anita e Elisa) si trovano tutte nella stessa camera anche se sono in classi/scuole diverse (strano caso). Questa coincidenza le rende molto felici. Dopo una mezz'oretta di chiacchiere, le quattro amiche escono fuori dalla porta per andare a vedere in che camera sono finiti gli altri e sbattono contro altre quattro ragazze (sempre giapponesi) su cinque che, a quanto pare, stavano andando via (anche questa volta avvertono una sensazione di calore, esattamente come prima)
«Ahi! che male» Anita parlando a nome di tutto il gruppo
«Scusate non vi avevamo viste» le altre quattro ragazze in coro.
«Sì, ma viviamo in due paesi diversi perché i nostri genitori si sono separati e non ci vediamo quasi mai» Luca
«Io non vi ho chiesto di raccontarmi tutta la vostra vita - vede in quel momento che Alfredo si avvicina - ma trovo davvero commovente la vostra storia» Milena facendo finta di asciugarsi una lacrima
«Anita che ci fai tu qui?» Alfredo
«Scusa mi sono dimenticata di dirti che c'ero anche io» Anita, in quel momento passano altre scolaresche
«Ragazzi venite a fare conoscenza - i ragazzi si avvicinano - Buongiorno, anche voi partecipate al concorso?» i Prof. cercano di fare amicizia, ma gli altri li guardano storti ed iniziano a parlare in una lingua straniera che ovviamente i poveretti non capiscono.
«Ma questo è giapponese!» Milena si avvicina a vedere lo strano colloquio dove nessuna delle parti capisce l'altra
«Excuse me, do you speak english?» Prof d'inglese (per chi è negato come me: Scusate, parlate inglese?)
«Yes, I do» altra tipa dell'altra scuola (Sì)
«Se vi interessa io parlo giapponese» Milena mentre quelle prof. parlano in inglese senza ascoltarla minimamente
«Ci sono parecchie classi giapponesi» Prof. che aveva provato a parlare con tutti gli insegnanti delle altre classi, ma in italiano, le ragazze si girano
«Già praticamente siamo circondati» Milena raggiante, tutti la guardano male.
Le ragazze si spostano ma vengono invase da un gruppo di ragazze giapponesi.
«Ciao, chi siete? Siete di qui, vero?» Una delle ragazze, ha dai capelli blu e gli occhi azzurro brillante, mentre parla con loro, le nostre amiche sentono una strana sensazione come di calore
«Parlate italiano?» Milena
«Sì» Tutte in coro, tutti i presenti le guardano incuriositi.
Le ragazze incominciano a parlare del più del meno cercando di fare amicizia con quelle ragazze straniere.
(Più o meno aspetto delle ragazze).
"ATTENZIONE ATTENZIONE tutte le classi sono pregate di dirigersi nei luoghi stabiliti" una voce da un megafono non troppo lontano dal punto di ritrovo
«Bene, ciao ci vediamo» Milena, Anita, Elisa e Giovanna
«Ciao, sì, ci vedremo sicuramente» la ragazza dai capelli rossi e gli occhi fucsia parlando per tutte le ragazze giapponesi, poi il gruppetto si allontana.
Ogni classe va nel proprio stabilimento, come indicato dai professori, gli unici a conoscere i "luoghi stabiliti" che aveva nominato il megafono. Le nostre protagoniste (Milena, Giovanna, Anita e Elisa) si trovano tutte nella stessa camera anche se sono in classi/scuole diverse (strano caso). Questa coincidenza le rende molto felici. Dopo una mezz'oretta di chiacchiere, le quattro amiche escono fuori dalla porta per andare a vedere in che camera sono finiti gli altri e sbattono contro altre quattro ragazze (sempre giapponesi) su cinque che, a quanto pare, stavano andando via (anche questa volta avvertono una sensazione di calore, esattamente come prima)
«Ahi! che male» Anita parlando a nome di tutto il gruppo
«Scusate non vi avevamo viste» le altre quattro ragazze in coro.
L'unica rimasta integra dallo scontro ha i capelli blu e gli occhi azzurro scuro e le guarda sorridendo dolcemente, un po' come se non credesse a quello che vede
«Altre ragazze delle altre scuole» Giovanna
«Sì, stiamo uscendo, ma non dite niente!» la ragazza bionda dagli occhi gialli dell'altro gruppo facendo l'occhiolino
«Ok» Milena sbigottita, le altre sono troppo scandalizzate per proferire parola.
ragazze con cui sono andate a sbattere hanno (in questo momento) esattamente questo aspetto |
«Sì, stiamo uscendo, ma non dite niente!» la ragazza bionda dagli occhi gialli dell'altro gruppo facendo l'occhiolino
«Ok» Milena sbigottita, le altre sono troppo scandalizzate per proferire parola.
Dopo aver salutato, le altre cinque sono scomparse alla velocità della luce, le italiane si riprendono. Le quattro gironzolano un po' per l'hotel cercando gli amici, senza trovare quasi nessuno, quindi decidono di concludere il giro, giusto per sgranchirsi le gambe e poi ritornano in stanza.
Il giorno dopo, prima di salire sul palcoscenico, a tutte le persone che non capiscono la lingua viene fornito un auricolare che funzionerà da traduttore istantaneo. Una volta sul palco, i ragazzi vengono divisi in gruppi per poter formare delle squadre, i gruppi vengono estratti a caso, infatti qualcuno non capiterà con i sui compagni di classe, qualcuno sì. I gruppi, inoltre, vengono formati non solo tra persone che parlano la stessa lingua, ma che le parlino diverse tra loro. Ci sarà da divertirsi!
Da un'altra parte del mondo in questo momento...
«Allora l'avete trovato?» Uno
«Sì, ma è stato difficile» Qualcun altro
«Perché?» Uno
«Perché, come al solito, si era nascosto» Qualcun altro
«L'importante che sia pronto a breve perché ci è stato molto richiesto» Uno sottolineando la parola "molto"
«Sarà pronto in meno di una settimana di allenamento» Qualcun altro
«Chissà cosa avranno fatto queste famigerate Pretty Cure per avere tutti i nostri amici contro» Uno
«Non lo so capo, ma per me sono solo un po' sopravvalutate» Qualcun altro
«Lo vedremo, lo vedremo» Capo
«Per me il peggior Killer della nostra squadra, ovvero Lui, sarà sufficiente» Qualcun altro
«Se hanno chiesto di Lui c'è un motivo e non di certo perché è il peggiore» Capo leggermente alterato
«Scusi capo, scusi» Qualcun altro
«Iniziate subito l'allenamento intensivo!» Capo
Ritorniamo a Verona...
I ragazzi per il momento non tornano a scuola, ma passeranno la settimana ad allenarsi in varie discipline. Nel frattempo, le ragazze si stanno chiedendo che diamine stiano facendo i cattivi. Le nostre protagoniste iniziano a notare movimenti sospetti all'interno dell'hotel: sparizioni di persone, rumori strani provenienti da diverse camere, ma nonostante queste cose non si fanno troppe domande perché ritornano stanche morte dagli allenamenti ed hanno i loro problemi a cui pensare.
Il giorno dopo, prima di salire sul palcoscenico, a tutte le persone che non capiscono la lingua viene fornito un auricolare che funzionerà da traduttore istantaneo. Una volta sul palco, i ragazzi vengono divisi in gruppi per poter formare delle squadre, i gruppi vengono estratti a caso, infatti qualcuno non capiterà con i sui compagni di classe, qualcuno sì. I gruppi, inoltre, vengono formati non solo tra persone che parlano la stessa lingua, ma che le parlino diverse tra loro. Ci sarà da divertirsi!
Da un'altra parte del mondo in questo momento...
«Allora l'avete trovato?» Uno
«Sì, ma è stato difficile» Qualcun altro
«Perché?» Uno
«Perché, come al solito, si era nascosto» Qualcun altro
«L'importante che sia pronto a breve perché ci è stato molto richiesto» Uno sottolineando la parola "molto"
«Sarà pronto in meno di una settimana di allenamento» Qualcun altro
«Chissà cosa avranno fatto queste famigerate Pretty Cure per avere tutti i nostri amici contro» Uno
«Non lo so capo, ma per me sono solo un po' sopravvalutate» Qualcun altro
«Lo vedremo, lo vedremo» Capo
«Per me il peggior Killer della nostra squadra, ovvero Lui, sarà sufficiente» Qualcun altro
«Se hanno chiesto di Lui c'è un motivo e non di certo perché è il peggiore» Capo leggermente alterato
«Scusi capo, scusi» Qualcun altro
«Iniziate subito l'allenamento intensivo!» Capo
Ritorniamo a Verona...
I ragazzi per il momento non tornano a scuola, ma passeranno la settimana ad allenarsi in varie discipline. Nel frattempo, le ragazze si stanno chiedendo che diamine stiano facendo i cattivi. Le nostre protagoniste iniziano a notare movimenti sospetti all'interno dell'hotel: sparizioni di persone, rumori strani provenienti da diverse camere, ma nonostante queste cose non si fanno troppe domande perché ritornano stanche morte dagli allenamenti ed hanno i loro problemi a cui pensare.
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