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Lei e lui: Dipende dai punti di vista (12)

Appena mi metto a sedere il professore inizia ad interrogarmi, non sono mai stata un asso in matematica, ma con un po' di bravura ed un pizzico di fortuna riesco a prendere un 7,5. Mai avuto un voto così alto! Dopo di me tocca ad altri allievi ad essere interrogati, quindi la prima ora di lezione vola via. Piano piano passa anche il resto della mattinata, all'ultima ora collezioniamo un'altra verifica per sabato, al pomeriggio studio ancora per la verifica di domani, poi inizio a preparare degli schemi per quella di sabato. Mi faccio vedere poco in giro per casa, la conseguenza è un commento sarcastico della mia cuginetta Giulia
«Non ti fai più vedere, paura eh?» Giulia, sorrido e le rispondo
«No, di grazia, vostra maestà, perché dovrei? In fondo sto solo per perdere la mia testa» le dico facendo un gesto teatrale intorno al mio collo, Giulia ricambia il mio sorriso ed io torno a studiare
Alla sera, mi faccio un lungo bagno rilassante (dato che puoi al mattino era saltato), poi vado a dormire, il mattino dopo (venerdì 7 ottobre 1994), corro a scuola, affronto le ore di lezione che mi separano dalla verifica in trepidante attesa (carica d'ansia), a ricreazione noto che anche Cristina non sembra particolarmente tranquilla, infatti mentre chiacchieriamo conferma il mio sospetto dicendomi di avere una fifa blu di non ricordarsi nulla.
Suonata la campanella di fine lezione, entra l'insegnante di geografia, un uomo con gli occhiali, non proprio giovanissimo dai capelli argentati e occhi giallo pallido
Dipende dai punti di vista
Professore di geografia, ha gli occhi giallo pallido ed è un po' più anziano
«Allora ragazzi, siete pronti?» Ci chiede entrando
Si sente un rumore sordo, di presone che deglutiscono, provenire da una ventina di banchi (più o meno), compreso il mio
«Iniziamo» Il professore arrivato alla cattedra, poi consegna i compiti, infine si mette seduto alla cattedra e si guarda intorno, mentre noi tutti guardiamo in cagnesco le domande.
L'ora di geografia passa nell'assoluto silenzio, al suono della campanella il professore ritira i fogli scarabocchiati. In qualche modo passa anche l'ultima ora, poi torno a casa, anche oggi resto in camera tutto il pomeriggio, in quanto mi devo preparare per la verifica del giorno successivo, tenuta dalla professoressa di italiano, sui verbi (soprattutto congiuntivo e condizionale).
La mattina successiva (sabato 8 ottobre 1994) passa leggermente meglio della precedente, anche la verifica è un po' più leggera, l'unico problema, ma ovviamente parlo solo per me, è la lezione di magia, durante la quale resto buona, muta ed in silenzio, cercando di nascondermi il più possibile dietro a Kristopher.
Alla fine della giornata abbiamo ottenuto altre due verifiche ed un giro di interrogazioni per la settimana successiva. Alla fine delle lezioni, saluto Cristina e torno a casa a piedi
«Ciao Lilly» Mio cugino Alfonso cammina al mio fianco
«Ciao» Io
«Iniziato anche da voi il periodo di linciaggio alunni?» Alfonso
«Già» Io un po' depressa
Facciamo la strada insieme, entriamo in casa, la zia e lo zio ci salutano con un sorriso a trentadue denti. Il pomeriggio lo trascorro a fare i compiti, mentre la domenica mattina lo passo ad aiutare lo zio nelle faccende domestiche, dato che la zia è al lavoro. Per tutto il giorno riesco a pensare solo ad una cosa: Oggi è l'ultimo giorno della mia punizione, quindi sono piuttosto allegra, aggiungici il fatto che al pomeriggio resto in casa completamente sola, sono addirittura euforica. Alla sera, dopo essermi fatta il bagno, aver aiutato le mie cuginette gemelle a lavarsi vado a dormire, pronta per una nuova settimana di guerra totale.

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