Dopo essere uscita dalla porta posteriore, ormai è sera, Aria torna dentro dalla porta anteriore, qui tutti hanno sentito, tramite annuncio, che la castana ha battuto l'ex-capo-palestra e la guardano con un paio d'occhi per due secondi, ma hanno anche sentito che è stata subito battuta dal ragazzo dopo di lei, quindi commentano dicendo "Tutta fortuna", tra le varie persone in fila ci sono anche Ash, Misty e Brock, i quali hanno lasciato la coda per tornare al proprio accampamento.
«Ciao, così hai sfidato e vinto contro l'imbattibile campione di questa palestra!» Misty sorridente
«Fortuna» Aria alzando le spalle
«Sei venuta qui senza dirci niente. Che peccato, però» Ash un po' giù di morale perché voleva combattere contro quel tipo dai capelli verdi.
«Noi torniamo domani, pare che anche il nuovo campione sia tosto, ha fatto già due o tre lotte e non è ancora stato battuto» Brock, Aria annuisce.
I quattro si salutano ed Aria (che ha sempre il suo pokémon in braccio) ritorna nell'infermeria pokémon
«Buona sera, stavamo per chiudere» l'infermiera Joy verso Aria con il sorriso sulle labbra
«Torno domani?» Aria
«No, accomodati» L'infermiera indicando il bancone, neo-allenatrice e Bulbasaur si accomodano, esattamente come al mattino, la donna dai capelli rosa porta il pokemon in una stanza sul retro e cinque minuti dopo, quando tornano, l'animaletto è pimpante.
«Grazie» Aria, facendo rientrare Bulbasaur nella sfera
«Andiamo Chansey, è ora di tornare a casa» l'infermiera gentilmente, Chansey lascia la sua postazione di fianco all'incubatrice ed insieme alle altre due donne esce dalla stanza, ora anche l'ingresso è vuoto, ci sono gli ultimi impiegati che stanno uscendo, le tre li seguono ed escono dall'edificio.
«Arrivederci» Aria, la signora Joy la saluta a sua volta ed Aria si avventura di notte, verso l'uscita di Lucentopoli, poi si accampa appena fuori città. Il mattino seguente 9/9/1997, la giovane torna a casa (senza perdersi), lì ritorna al centro pokémon, dove, seguendo le solite frecce, arriva alla stanza degli starter, l'uomo che la volta precedente era intento a pulire ora è depresso in un angolo, seduto su una sedia.
«Professor Samuele?» Aria entrando nella stanza, l'uomo la osserva
«Sì» Il professore con aria assente, la castana tira fuori la sfera poké nella quale è chiuso Bulbasaur
«Questo è suo» Aria sorridendo, l'uomo guarda la sfera rossa e bianca con una luce diversa negli occhi, prende quella pallina e rilascia il pokémon al suo interno
«Bulbasaur, mi sei mancato!» Il professore con le lacrime agli occhi abbraccia il piccolo Bulbasaur
«Bulba-Bulba-Saur» Bulbasaur tutto contento
«Grazie ragazzina, adesso ti darò un nuovo starter» Il professore avvicinandosi alla teca
«Non ce n'è bisogno - rivolta al professore - Bulbasaur, ti auguro una vita meravigliosa, grazie» Aria, detto questo si dilegua, arriva davanti casa sua, qui saluta la madre in giardino, si raccontano gli ultimi giorni, poi la ragazzina torna verso Lucentopoli, perdendosi nuovamente almeno tre volte.
Non avendo una meta, la ragazza girovaga un po' per la città, infine si decide a partire per la regione di Kanto. Arriva al porto che è ormai pomeriggio inoltrato, qui riesce a convincere un pescatore a farsi portare dall'altra parte del mare, in cambio di un buon pasto. È sera quando la giovane castana scende sulla spiaggia di un nuovo continente da scoprire, stanca morta Aria si addormenta in un angolo senza nemmeno montare la tenda.
Il 10/9/1997 inizia a piovere di primo mattino, Aria si sveglia quando sente le prime gocce d'acqua sulla faccia, si alza e si mette al riparo sotto una tettoia naturale offerta da uno scoglio scavato. La pioggia dura fino all'ora di pranzo, Aria riesce ad andarsi a procurare del cibo prima che rincominci di nuovo a gocciare, il tempo rimane piovoso fino a sera, durante la notte la ragazzina rimane sotto lo scoglio. Mentre la giovane sta dormendo un'altra presenza entra nell'incavo dello scoglio per ripararsi dalla pioggia battente, siccome è buio ed è stanco anche lui si accuccia in angolo per dormire. È arrivata la mattina (11/9/1997) e finalmente ha smesso di piovere, anche se il cielo è ancora nuvoloso.
Il ragazzo si sveglia e vede una ragazza che sta dormendo con una copertina sottile addosso
«Ehi tu! Sei viva o sei morta? Stai bene? - il tipo scuotendo la bella addormentata, incomincia a preoccuparsi perché non sta ottenendo alcun risultato - Chi sei? Che vuoi? Che ci fai qui? - ma neanche dopo queste domande ed una seconda scrollata, la seconda occupante dello scoglio si sveglia - caspita, sarà meglio che me ne vada prima che arrivi qualcuno e mi accusi di omicidio» Il tipo fa fagotto delle quattro cose che aveva con sé, sta per uscire quando finalmente la castana apre gli occhi e si alza.
«Ma allora sei viva?» il ragazzo la guarda con occhi spaventati.
Aria guarda con occhi ancora assonnati lo sconosciuto biondo con gli occhi azzurri e gli occhiali davanti a sé.
«E tu chi diavolo saresti?» Aria guardo storto l'imbucato del suo rifugio. Il tipo tutto sorridente le si avvicina
«René, piacere di conoscerti, tu, invece, chi saresti?» René porgendole la mano
«Aria.» Aria stringe la mano. Il biondino una volta che i due si sono presentati si siede di fronte alla ragazza.
«Che ci fai qui? Dove sei diretta? Stai facendo anche tu il tuo viaggio? Quanti e quali pokemon hai? Ti andrebbe di unirti in viaggio con me verso Biancavilla? Lotti con me?» René fa questa sfilza di domande senza dare il tempo alla povera Aria, che ancora non è nemmeno sveglia del tutto, di rispondere.
«Io non ho nessun pokemon quindi non lotterò contro di te. Per quanto riguarda all'unirmi con te, per il momento vorrei viaggiare da sola, forse un giorno se ci rincontreremo e se tu vorrai ancora cammineremo insieme» Aria eludendo la metà delle domande, finito il lungo discorso prepara lo zaino e se ne va salutando educatamente il ragazzo che è ancora basito dalla asocialità della giovane.
«Grazie» Aria, facendo rientrare Bulbasaur nella sfera
«Andiamo Chansey, è ora di tornare a casa» l'infermiera gentilmente, Chansey lascia la sua postazione di fianco all'incubatrice ed insieme alle altre due donne esce dalla stanza, ora anche l'ingresso è vuoto, ci sono gli ultimi impiegati che stanno uscendo, le tre li seguono ed escono dall'edificio.
«Arrivederci» Aria, la signora Joy la saluta a sua volta ed Aria si avventura di notte, verso l'uscita di Lucentopoli, poi si accampa appena fuori città. Il mattino seguente 9/9/1997, la giovane torna a casa (senza perdersi), lì ritorna al centro pokémon, dove, seguendo le solite frecce, arriva alla stanza degli starter, l'uomo che la volta precedente era intento a pulire ora è depresso in un angolo, seduto su una sedia.
«Professor Samuele?» Aria entrando nella stanza, l'uomo la osserva
«Sì» Il professore con aria assente, la castana tira fuori la sfera poké nella quale è chiuso Bulbasaur
«Questo è suo» Aria sorridendo, l'uomo guarda la sfera rossa e bianca con una luce diversa negli occhi, prende quella pallina e rilascia il pokémon al suo interno
«Bulbasaur, mi sei mancato!» Il professore con le lacrime agli occhi abbraccia il piccolo Bulbasaur
«Bulba-Bulba-Saur» Bulbasaur tutto contento
«Grazie ragazzina, adesso ti darò un nuovo starter» Il professore avvicinandosi alla teca
«Non ce n'è bisogno - rivolta al professore - Bulbasaur, ti auguro una vita meravigliosa, grazie» Aria, detto questo si dilegua, arriva davanti casa sua, qui saluta la madre in giardino, si raccontano gli ultimi giorni, poi la ragazzina torna verso Lucentopoli, perdendosi nuovamente almeno tre volte.
Non avendo una meta, la ragazza girovaga un po' per la città, infine si decide a partire per la regione di Kanto. Arriva al porto che è ormai pomeriggio inoltrato, qui riesce a convincere un pescatore a farsi portare dall'altra parte del mare, in cambio di un buon pasto. È sera quando la giovane castana scende sulla spiaggia di un nuovo continente da scoprire, stanca morta Aria si addormenta in un angolo senza nemmeno montare la tenda.
Il 10/9/1997 inizia a piovere di primo mattino, Aria si sveglia quando sente le prime gocce d'acqua sulla faccia, si alza e si mette al riparo sotto una tettoia naturale offerta da uno scoglio scavato. La pioggia dura fino all'ora di pranzo, Aria riesce ad andarsi a procurare del cibo prima che rincominci di nuovo a gocciare, il tempo rimane piovoso fino a sera, durante la notte la ragazzina rimane sotto lo scoglio. Mentre la giovane sta dormendo un'altra presenza entra nell'incavo dello scoglio per ripararsi dalla pioggia battente, siccome è buio ed è stanco anche lui si accuccia in angolo per dormire. È arrivata la mattina (11/9/1997) e finalmente ha smesso di piovere, anche se il cielo è ancora nuvoloso.
Il ragazzo si sveglia e vede una ragazza che sta dormendo con una copertina sottile addosso
«Ehi tu! Sei viva o sei morta? Stai bene? - il tipo scuotendo la bella addormentata, incomincia a preoccuparsi perché non sta ottenendo alcun risultato - Chi sei? Che vuoi? Che ci fai qui? - ma neanche dopo queste domande ed una seconda scrollata, la seconda occupante dello scoglio si sveglia - caspita, sarà meglio che me ne vada prima che arrivi qualcuno e mi accusi di omicidio» Il tipo fa fagotto delle quattro cose che aveva con sé, sta per uscire quando finalmente la castana apre gli occhi e si alza.
«Ma allora sei viva?» il ragazzo la guarda con occhi spaventati.
Aria guarda con occhi ancora assonnati lo sconosciuto biondo con gli occhi azzurri e gli occhiali davanti a sé.
l'inquilino abusivo ha questo aspetto ed in più porta gli occhiali |
«René, piacere di conoscerti, tu, invece, chi saresti?» René porgendole la mano
«Aria.» Aria stringe la mano. Il biondino una volta che i due si sono presentati si siede di fronte alla ragazza.
«Che ci fai qui? Dove sei diretta? Stai facendo anche tu il tuo viaggio? Quanti e quali pokemon hai? Ti andrebbe di unirti in viaggio con me verso Biancavilla? Lotti con me?» René fa questa sfilza di domande senza dare il tempo alla povera Aria, che ancora non è nemmeno sveglia del tutto, di rispondere.
«Io non ho nessun pokemon quindi non lotterò contro di te. Per quanto riguarda all'unirmi con te, per il momento vorrei viaggiare da sola, forse un giorno se ci rincontreremo e se tu vorrai ancora cammineremo insieme» Aria eludendo la metà delle domande, finito il lungo discorso prepara lo zaino e se ne va salutando educatamente il ragazzo che è ancora basito dalla asocialità della giovane.
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