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Pokémon: il viaggio di Aria - Capitolo tredici

Finalmente, il 16 ottobre Aria e Charles, durante una delle loro nuove mansioni (oggi si devono occupare dell'abitazione del capo miniera), riescono a trovare un momento per parlarsi, cosa che finora non era stata possibile a causa dei turni massacranti e del fatto che ogni volta che ci hanno provato sono stati colpiti duramente dalle guardie.
«Ho provato a dare un'occhiata per vedere le nostre possibilità di fuga, purtroppo posso constatare che non ce ne sono e parlando con gli altri prigionieri, mi sono accorto che non ce ne sono molti che parlano la nostra lingua» Charles continuando a lavorare per non farsi notare e parlando il più sottovoce possibile
«Purtroppo vale anche per me, inoltre sono consapevole del fatto che se non finisco il mio allenamento non riusciremo mai ad evadere da qui» Aria, purtroppo la guardia che stava tornando dal bagno la sente e le tira un colpo con il bastone che ha in mano, la castana si accascia a terra per il dolore, ma è costretta a rialzarsi subito se non vuole ricevere altre sferzate.
Tutto questo poteva essere evitato, in quanto nel pomeriggio viene indetta una riunione, che a quanto pare si tiene tutte le settimane. Per due ore consecutive il capo miniera parla in varie lingue per farsi capire da tutti dicendo i livelli di produzione della miniera e altri dati economici non rilevanti per i nostri protagonisti, ad un certo punto però annuncia che si potrà parlare fra tutti quanti (anche questa concessione viene fatta tutte le settimane) fino a sera, anche se ovviamente le varie discussioni vengono controllate dalle guardie.
Una ragazza dai capelli, la pelle scura e dagli occhi castano chiaro con una piccola cicatrice sopra l'occhio sinistro si avvicina al duo che si è appena riunito per parlare.
Pokemon: il viaggio di Aria
Ragazza


«Ciao ragazzi, voi siete nuovi, giusto?» la ragazza parlando con un accento un po' particolare, ma comprensibile, i nostri due domatori di Pokémon preferiti si girano nella sua direzione
«Sì» Charles titubante
«Venite, c'è una persona che vuole parlarvi» l'estranea, dicendo questo la giovane inizia ad incamminarsi tra i vari gruppetti. 
Dopo essersi guardati in faccia un minuto, Charles e Aria, decidono di seguirla scortati da una guardia personale che si unita alla coppia appena ha iniziato a muoversi, dopo aver camminato per alcuni metri ed essere arrivati quasi al confine della prigione, finalmente il gruppetto si ferma davanti a un signore di una certa età dalla pelle nera e i capelli ormai completamente bianchi, gli occhi chiusi e un bastone nella mano sinistra
Pokemon: il viaggio di Aria
Signore Cliusvat

«Ruwayo - i suoi interlocutori si guardano perplessi - che nella nostra lingua vuol dire buona sera» il signore, aprendo gli occhi neri, il simpatico duo ritorna a guardare il signore e ora è molto più tranquillo
«Buonasera» i due ragazzi imbarazzati
«Sedetevi, vi prego» il signore, la prima ad accettare l'invito è la ragazza scura, poco dopo si siedono anche Charles e Aria e la guardia poco dietro di loro
«Voleva parlarci?» Aria, l'uomo fa sì con la testa
«Prima le presentazioni: io sono Cliusvat Armiet» Il signore, ovvero Cliusvat
«Aria Zaccagna» Aria
«Charles Baudelaire» Charles
«Non ho nome, qui mi chiamano Rookie, come recluta» la ragazza
«Da quando siete qui dentro?» Aria
«Ormai undici anni, - Aria guarda storto il suo compagno di viaggio - lo sappiamo con precisione perché il capo ogni anno organizza per se una festa e ci fa un discorsetto speciale della storia della città, inoltre si fa portare ogni ben di Dio dal mondo esterno, ma bando alle ciance, ora vi racconto tutta la storia. Noi vivevamo in una zona dei boschi vicino al fiume, ci chiamavano 'Nari, eravamo un popolo pacifico. Un giorno arrivò un uomo, il signor Calluchio, insieme a un gruppo di altri uomini. Inizialmente si sono presentati come commercianti, ci hanno convinti a spostare il villaggio in questa zona, non molto distante da dove abitavamo. Una volta arrivati qui abbiamo iniziato a costruire questa miniera, tutti insieme. Una volta finito ci hanno rinchiuso qui ed incatenato, è stata la fine della nostra libertà. Un uomo buono del gruppo ha provato a difendere i nostri diritti, ma è stato schiavizzato anche lui e da quel momento anche tutti gli estranei di passaggio. Il povero signore che ha provato a difenderci, mi ha insegnato la sua lingua e ha sempre provato ad aiutarci. Purtroppo è morto ormai un anno fa.» Cliusvat
«Tu, invece?» Charles guardando l'altra ragazza
«Sono nata fuori da qui, ma non so chi siano i miei genitori, mi hanno portata in questo posto subito dopo la mia nascita. Cliusvat e Marchisio, l'uomo buono di cui vi ha parlato lui - indica l'altro interlocutore - mi hanno fatto da genitori insegnandomi tutto quello che so» La giovane
«Quanti anni hai?» Charles
«Essendo nata quando è stata fondata la città, più o meno, dovrebbe avere sugli undici anni» l'anziano risponde al posto della ragazza
«Perché non ci parlate di voi?» la ragazzina con un sorriso tirato sul volto, i nostri eroi raccontano le loro avventure, per quanto riguarda Aria da quando è partita da casa, invece Charles racconta un po' spizzichi e a bocconi di alcune vicende del suo passato e poi in dettaglio da quando ho incontrato la castana li presente.
«Bene, ora è arrivato il momento di spiegarvi bene il motivo per cui volevo parlarvi. Ho sentito che avete fatto delle domande ad alcuni imprigionati per sapere se ci fosse un modo per uscire di qui - la guardia rizza le orecchie ed inizia a pensare di intervenire, i nostri due protagonisti fanno sì con la testa - Mi spiace ma dovete rassegnarvi, non ce n'è nessuno - La guardia si tranquillizza - Ora, scusate se vi ho disturbato. Rookie, puoi riaccompagnare i due signori ai loro posti?» Il signore, Charles ed Aria sono piuttosto demoralizzati, si alzano e si fanno scortare tranquilli, mentre il carceriere è rimasto seduto vicino all'altro.
Alla fine della passeggiata, Rookie consegna ad Aria un biglietto
«Me lo ha dato poco prima di formulare l'ultima frase, per voi» La ragazzina sorridendo timidamente, poco dopo lei torna al suo posto e Aria apre il messaggio, scritto con una calligrafia incerta, ma almeno nella loro lingua, recita così: "Senza farsi scoprire, chi vuole fuggire, di notte deve agire, il posto meno sospetto, sotto il castello del capetto". Dopo aver letto il messaggio il viso della castana cambia radicalmente, lo stesso succede al verdino una volta che la sua giovane amica glielo ha fatto leggere.

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