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Lei e Lui: Dipende dai punti di vista (29)

 Appena rientrata a casa ricomincia a nevicare, ma questo è il meno il confronto alla tempesta che si crea in casa. Vengo travolta da cinque tornado, chiamati anche "cugini" che, avendo già finito i compiti (o almeno così dicono loro) non trovano di meglio da fare che non mettermi alla gogna con tremila domande su dove sia stata e con chi, neanche la prima volta che ero stata a casa di Cristina e Kristopher la mi avevano fatto un interrogatorio simile, tranne la zia... Riesco a sfuggire alla cerchia e mi vado a chiudere in camera mia, tolgo la giacca e la lascio cadere a tetta, poi mi lascio cadere sul pavimento pure io, Troppe emozioni... Mi addormento così, dopo due secondi e non ho neanche il tempo di riflettere sui fatti della giornata, o di fare i compiti della scuola. Quando mi sveglio non ho idea di che ore siano, mi stropiccio gli occhi, controllo l'ora guardando l'orologio a muro che è sempre stato appeso al muro in questa stanza, sono le otto. Non ho fame, quindi cerco lo zaino per poter fare i compiti, ma non lo trovo

«Lilly, ci sei?» Primula bussa alla mia porta, strano
«Accidenti!» impreco senza risponderle, ma spostandomi dalla porta
«Lilly?» Mi domanda 
«Entra» Le rispondo continuando a cercare lo zaino, la mia cuginetta entra nella stanza
«Che succede?» Primula mi osserva buttare all'aria tutta la stanza
«Ho perso lo zaino» La informo continuando il mio sporco lavoro
«Non c'è lo avevi già quando sei tornata» Mi comunica lei tranquilla, io sbianco
«E non potevi avvisarmi prima! - esclamo verso la lilla - Dove l'ho lasciato? - mi viene in mente il punto esatto - Oh no!» Esclamo di nuovo, mia cugina mi guarda con una faccia a metà tra il "ma questa è pazza" e il "ma questa è scema" per tutto il tempo del mio monologo (che poi se vogliamo non è stato neanche così tanto lungo)
«Ragazze che fate?» Rachele, entrambe le gemelle spuntano dalla porta
«Devo andare a prenderlo a casa della ragazza da cui sono stata oggi» Continuo il discorso ignorando le più piccole di casa
«Dopo, adesso vieni a mangiare, che altrimenti mamma e papà quando tornano ci strangolano» Primula dice prendendomi sotto braccio e transcinandomi via di forza, le gemelle ci seguono e ci dirigiamo in sala.
Giulia sta ancora facendo i piatti, mentre Alfonso ha appena finito di preparare la tavola, Primula mi obbliga a sedermi vicino a lei, Daisy occupa l'altro posto, mentre di fronte si siedono Alfonso e Rachele. Giulia arriva in quel momento con i primi due piatti e li mette ai suoi vicini, poi altri due per lei e per la gemellina dai capelli rosa, infine il mio e quello della ragazza dai capelli lilla che oggi ha deciso di diventare il mio segugio personale.
«Buon Appetito» esclama Giulia sedendosi, guardo storto il cibo, non sembra molto commestibile, ma cerco di ignorare l'aspetto per rispetto alla cuoca peggiore della famiglia
I commensali dopo un primo momento di dubbio decidono di tentare la fortuna e azzardano il primo assaggio, dopo quello tutti mangiano tranquilli. Io ci metto un po' di più, dato che sono ancora piena dal sostanzioso pranzo, ma lentamente mangio anche io la mia razione e devo ammettere che il sapore è migliore dell'aspetto, almeno un po'.
Finito di cenare, filo in bagno, mi lavo i denti e mi dirigo verso la porta con la giacca sotto al braccio, sto ancora guardando fuori per vedere il tempo che sento una voce dietro di me
«Dove vuoi andare?» chiede una voce maschile, quella di Alfonso
«Devo recuperare lo zaino, so dove l'ho lasciato» Ammetto già con un piede fuori dalla porta 
«Ti accompagno» Bofonchia dirigendosi verso l'attaccapanni dove si trova sempre una giacca di scorta, Vorrei andare da sola, veramente...
Piano piano vado verso il cancello, ma neanche il tempo di aprirlo che il mio cuginetto mi ha già raggiunto, apre con la chiave ed insieme facciamo la strada fino alla casa dove sono stata oggi, suono il citofono
«Chi è?» Chiede una voce maschile, ma non capisco se è quella di Martino
«Bea, ho lasciato qui lo zaino» Cerco di sembrare naturale, mentre in realtà sono terribilmente in imbarazzo 
«Entra» dice la voce, sembra che stia trattenendo a stento una risata, è sicuramente Martino, si sente il rumore della porta che si apre, allora la spingo
«Permesso» Dico sottovoce 
«Ci stavamo chiedendo quando te ne saresti accorta!» Esclama la faccia di Martino, spuntando da un lato, in braccio ha uno zaino, il mio, Se ve ne eravate accorti, come mai non mi avete cercato? 
«Te lo avrei riportato volentieri, ma quando l'ho visto era tardi e non ho il tuo numero, né so dove abiti» Teresa sorridente compare di fianco al fratello, di nuovo mi sale il dubbio che non sia vero che in una stessa famiglia sia una rarità avere un due lo stesso potere, poi Teresa ha già quello di far crescere le piante ed avere due poteri è solo per pochi, tra cui Kristopher a quanto pare. Non so quanto tempo sia rimasta imbambolata, ma improvvisamente sento tre paia d'occhio puntati su di me.
«S-scusate e g-grazie» balbetto inspiegabilmente recuperando il manufatto, faccio per andarmene via insieme al mio accompagnatore che non ha spiccicato neanche una parola
«Bea, un attimo - mi giro di nuovo - So quello che hai pensato prima, ma ricordati che tu hai il diritto di vivere le emozioni a modo tuo, non sentirti obbligata a causa nostro a comportarti in un certo modo» Martino è serissimo, Alfonso mi guarda strano e io non ho idea di che cosa stia parlando
I due fratelli chiudono la porta e io mi muovo come un automa, per un po' sento lo sguardo del bianchino su di me, ma poi me lo vedo spuntare al fianco. Restiamo silenziosi per tutto il tragitto e una volta a casa ci separiamo subito, filo in camera a fare i compiti e a studiare per l'interrogazione. Quando ho finito tutto ho le girelle agli occhi ed è tardissimo, vado al bagno, ma la porta è chiusa, busso
«Occupato» sembra la voce di zio Edoardo, non l'ho neanche sentito rientrare
Aspetto un corridoio, quando esce non ho neanche la forza di dirgli qualcosa, anche lui però sembra stravolto e mi fa appena un cenno con la mano. Sistemata la questione bagno, me ne vado dritta a letto senza nemmeno cambiarmi (tanto che i vestiti me li ero dimenticata in camera, giusto per coronare al meglio questa giornata). Durante la notte faccio una serie di incubi nei quali mi trovo nuda tra la folla e ci sono sempre i due fratelli nel mezzo, io cerco di coprirmi ma è tutto inutile, mi sveglio sudatissima. Accendo la luce, guardo l'ora, sono le cinque e mezzo (sabato 26 novembre 1994), sono stanchissima, in fondo avrò dormito solo cinque ore, ma considerando che tanto fra un'ora mi dovrei svegliare e che non ho nessuna intenzione di fare un nuovo incubo, mi alzo dal letto, prontissima all'ultimo giorno di scuola della settimana, prontissima, insomma...
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