Durante la mia passeggiata mattutina fino alla scuola continuo a rimuginare, così senza accorgermene sbatto contro qualsiasi albero, sporgenza, muro che incontro, sbaglio strada due volte, rischio di pestare un povero cane innocente e finisco dentro una buca alta quanto me. A questo punto decido che forse è ora di prestare più attenzione alla strada, così finalmente riesco ad arrivare a scuola. Arrivata in classe, la campanella è suonata da un bel pezzo e la professoressa di inglese mi fulmina con lo sguardo, mi vado a sedere al mio banco con la coda tra le gambe
Che brutta figura!, durante la stessa ora, per punizione vengo pure interrogata, nelle lingue me la sono sempre cavata bene, soprattutto in inglese, quindi riesco a prendere un bell'otto.
Il resto della mattinata è così caotico che non riusciamo nemmeno a fare merenda in santa pace
«Che fame!» Romeo all'ultima ora (durante la lezione tenuta dall'insegnante di italiano, una donna dai capelli viola e gli occhi di un rosso spento)
Clarissa Fata, prof di italiano, molto freddolosa |
«Non me ne parlare, potrei mangiare persino te» Gioia, una ragazza mingherlina dietro di noi dai capelli azzurro puffo con le mèches bianche e gli occhi arancioni.
Gioia, i suoi capelli sono azzurro puffo (come sotto) con meches bianche e gli occhi arancioni |
Il mio vicino dopo l'ultima frase si gira verso di lei preoccupatissimo, Gioia è una mangiatutto, potrebbe benissimo mettere in pratica ciò che ha appena affermato. Per fortuna l'ora finisce senza che qualcuno venga mangiato, ma solo perché Mario (il diligente bidello di questo piano, quello con i capelli arancioni e gli occhi viola) e la professoressa lo hanno evitato per un pelo.
Il bidello del piano, quello delle riviste |
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