Lunedì 13/10/2008...
La sveglia suona come una forsennata a casa di Zeno, il ragazzo si gratta la testa ed apre gli occhi.
La sveglia suona come una forsennata a casa di Zeno, il ragazzo si gratta la testa ed apre gli occhi.
"Parlare è stato facile, ma questo pomeriggio devo andare con mia madre dal dottore" Zeno pensa ancora mezzo intontito mentre si sta alzando, poi va in bagno, si lava, torna, si veste e fa un'abbondante colazione, mentre sta azzannando l'ultimo muffin, si ricorda improvvisamente che non ha preparato lo zaino per la giornata e che, per oggi, era fissato il compito di storia.
«Oh, bene» Zeno sarcastico, il giovane finisce il muffin, poi fila in camera, prende i libri ed i quaderni giusti, posa quelli che erano nello zaino, lascia fuori solo il libro di storia, lo prende in mano ed inizia a leggere mentre va verso la fermata, salutando prima la madre (una donna dai capelli neri, gli occhi castani e la pelle olivastra) già al lavoro nel negozio sotto casa.
In un altra casa, più o meno nello stesso momento...
Nives sta leggendo e studiando da quando si è svegliata, non è da lei dimenticarsi una verifica, per fortuna dopo colazione ha dato un'occhiata al diario, la ragazza guarda l'orologio
«Se non parto adesso, arriverò a scuola in ritardo» Nives dice con tono preoccupato, quindi si alza, prende il libro e lo mette nello zaino che si era portata dietro, poi se lo appoggia sulle spalle e sta per uscire dalla porta, prima di uscire però si ricorda di essere ancora in pigiama. Nives appoggia nuovamente in un angolo il suo zaino, corre in camera, prende i primi indumenti che trova nei vari cassetti, fila in bagno, si lava alla velocità della luce poi si cambia altrettanto di fretta, infine torna alla porta, si infila la giacca, poi lo zaino lasciato lì vicino ed esce correndo in direzione della scuola. A metà tragitto il bus le suona alle spalle, la ragazza si mette in un angolo poi quando il mezzo si ferma davanti a lei ed apre la porta la mora si fionda dentro.
«Pensavo che l'autobus fosse già passato» Nives tutta ansimante per la lunga corsa dice all'autista (una donna dei capelli castano molto scuro e gli occhi castano chiaro) mentre si va a sedere
«No, Nives, siamo in ritardo» l'autista di molte parole, probabilmente dal tono di voce pure con la luna storta, spinge a tavoletta sull'acceleratore, in due secondi lo scuolabus è arrivato a destinazione.
Una quarantina di ragazzi esce barcollante. Proprio in quel momento suona la campanella, tutti i ragazzi entrano. Zeno è seduto irrequieto al suo posto, con un libro in mano non si sente molto a suo agio, appena suona la campanella il professore entra con un enorme sorriso sulle labbra
«Non temete, non è difficile la verifica» Prof. Carlo Esposito (Italiano, grammatica, storia e geografia) con un sorriso a trentadue denti, mentre parla entrano quei poveracci passati sul bus-tagatà e si siedono disperati ai banchi. Il professore finito di parlare consegna dei fogli, la verifica a domande aperte con una sola schiera di crocette in fondo. Gli alunni la guardano in cagnesco, qualcuno si sbatte violentemente la testa sul banco, suona la seconda campanella appena viene consegnato l'ultimo foglio. In silenzio ventuno disperati litigano per un ora con un foglio stampato fronte-retro, appena la campana suona tutti consegnano, chi più sorridente chi meno. L'ora e mezza successiva in pratica vola, al suono della campanella i nove dell'Ave Maria si riuniscono in un angolo della stanza e questa volta sono proprio tutti.
«Abbiamo promesso ad Antonio che saremmo sempre andati agli allenamenti ma io questo pomeriggio devo accompagnare mia madre dal dottore» Zeno dice dispiaciuto
«Io ho gli allenamenti di Basket» Omero segue ruota l'amico alzando le spalle, è uno di quelli un po' meno convinti di salvare la famiglia dell'uomo
«Devo fare gli allenamenti di Ginnastica Ritmica, sabato abbiamo pure una gara» Fortunata impanicata ed entusiasta per la gara
«A che orari?» Nives prendendo carta e penna e con una serietà da far paura
«Dalle tre alle sei» Fortunata ed Omero in coro
«Alle sei, ma non so quanto ci vorrà» Zeno grattandosi la testa
«Potremmo dividere il gruppo in due parti, una parte si allena appena usciti da scuola e l'altra parte dopo le sei» Jasmine prende la parola con estrema calma, il che non è da lei
«Ottima idea Jas» Tolomeo dice entusiasta
«Ok, chi preferisce andare prima?» Evaristo pone una domanda che aveva in testa con un tono un pochino duro
«Io posso andare, tanto non ho niente da fare» Zoe alzando le spalle sulla seconda parte della frase
«Io per forza» Zeno un po' demoralizzato, ma allo stesso tempo più felice di prima
«Vengo anche io, se per voi non è un problema» Silvia con la voce atona guardandosi in giro
«Posso aggiungermi?» Jasmine alzando la mano e riprendendo possesso della sua solita allegria
«Per me va bene andare più tardi» Tolomeo sorridendo, ora è di nuovo più tranquillo
«Io DEVO andare più tardi» Omero urlando la parola "devo"
«Idem come sopra» Fortunata con voce un po' bassa, massaggiandosi l'orecchio più vicino al suo compagno di classe Omero
«Posso venire anche io dopo le sei» Nives guardando il diario in cagnesco alla ricerca di qualche tipo di appuntamento
«Vengo anche io dopo le sei, così so a chi lasciare Jimmy» Evaristo facendo un largo sorriso alla fine della frase, Il moro, dopo due calcoli mentali si è ricordato se uno dei genitori è libero dopo quell'ora
«Ok, le squadre sono fatte, domani dopo il rientro invece ci siamo tutti?» Zoe iperattiva come sempre
«Sfortune varie volendo, sì» In coro gli altri otto
«Perfetto, ricordatevi di avvisare Antonio» Nives da perfetta manager chiude il diario con solennità, suona la seconda campanella senza che i nostri eroi abbiano toccato la loro merenda. Più lentamente passano anche le ore successive, comprese di tre interrogazioni a sorpresa.
Finite le lezioni il primo gruppo va da Antonio e lo informa della decisione di allenarsi a squadre, l'allenatore fa una faccia strana, ma poi deve acconsentire. Oggi l'allenamento sarà incentrato sulla lotta, prima di andare via, prova a far trasformare tutti, ma a parte Silvia, che come al solito, neanche ci prova, non succede niente.
Anche con il secondo gruppo la stessa cosa, infine i nostri protagonisti tornano a casa. Chi ha studiato (perché faceva parte del primo gruppo e non aveva allenamenti di sorta o non doveva uscire) mangia e fila a dormire, gli altri, che non erano riusciti a combinare niente nelle tre ore dalle tre alle sei, o quelli che sono dovuti uscire per motivi vari, mangiano, studiano e poi si addormentano in un cantuccio della loro camera senza neanche riuscire ad arrivare al letto.
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«Oh, bene» Zeno sarcastico, il giovane finisce il muffin, poi fila in camera, prende i libri ed i quaderni giusti, posa quelli che erano nello zaino, lascia fuori solo il libro di storia, lo prende in mano ed inizia a leggere mentre va verso la fermata, salutando prima la madre (una donna dai capelli neri, gli occhi castani e la pelle olivastra) già al lavoro nel negozio sotto casa.
l'aspetto della madre di Zeno, i suoi occhi sono castani. Ha una cicatrice obliqua sotto al naso. |
Nives sta leggendo e studiando da quando si è svegliata, non è da lei dimenticarsi una verifica, per fortuna dopo colazione ha dato un'occhiata al diario, la ragazza guarda l'orologio
«Se non parto adesso, arriverò a scuola in ritardo» Nives dice con tono preoccupato, quindi si alza, prende il libro e lo mette nello zaino che si era portata dietro, poi se lo appoggia sulle spalle e sta per uscire dalla porta, prima di uscire però si ricorda di essere ancora in pigiama. Nives appoggia nuovamente in un angolo il suo zaino, corre in camera, prende i primi indumenti che trova nei vari cassetti, fila in bagno, si lava alla velocità della luce poi si cambia altrettanto di fretta, infine torna alla porta, si infila la giacca, poi lo zaino lasciato lì vicino ed esce correndo in direzione della scuola. A metà tragitto il bus le suona alle spalle, la ragazza si mette in un angolo poi quando il mezzo si ferma davanti a lei ed apre la porta la mora si fionda dentro.
«Pensavo che l'autobus fosse già passato» Nives tutta ansimante per la lunga corsa dice all'autista (una donna dei capelli castano molto scuro e gli occhi castano chiaro) mentre si va a sedere
l'aspetto dell'autista (donna), i suoi occhi sono di colore castano chiaro, i capelli castano scuro |
Una quarantina di ragazzi esce barcollante. Proprio in quel momento suona la campanella, tutti i ragazzi entrano. Zeno è seduto irrequieto al suo posto, con un libro in mano non si sente molto a suo agio, appena suona la campanella il professore entra con un enorme sorriso sulle labbra
«Non temete, non è difficile la verifica» Prof. Carlo Esposito (Italiano, grammatica, storia e geografia) con un sorriso a trentadue denti, mentre parla entrano quei poveracci passati sul bus-tagatà e si siedono disperati ai banchi. Il professore finito di parlare consegna dei fogli, la verifica a domande aperte con una sola schiera di crocette in fondo. Gli alunni la guardano in cagnesco, qualcuno si sbatte violentemente la testa sul banco, suona la seconda campanella appena viene consegnato l'ultimo foglio. In silenzio ventuno disperati litigano per un ora con un foglio stampato fronte-retro, appena la campana suona tutti consegnano, chi più sorridente chi meno. L'ora e mezza successiva in pratica vola, al suono della campanella i nove dell'Ave Maria si riuniscono in un angolo della stanza e questa volta sono proprio tutti.
«Abbiamo promesso ad Antonio che saremmo sempre andati agli allenamenti ma io questo pomeriggio devo accompagnare mia madre dal dottore» Zeno dice dispiaciuto
«Io ho gli allenamenti di Basket» Omero segue ruota l'amico alzando le spalle, è uno di quelli un po' meno convinti di salvare la famiglia dell'uomo
«Devo fare gli allenamenti di Ginnastica Ritmica, sabato abbiamo pure una gara» Fortunata impanicata ed entusiasta per la gara
«A che orari?» Nives prendendo carta e penna e con una serietà da far paura
«Dalle tre alle sei» Fortunata ed Omero in coro
«Alle sei, ma non so quanto ci vorrà» Zeno grattandosi la testa
«Potremmo dividere il gruppo in due parti, una parte si allena appena usciti da scuola e l'altra parte dopo le sei» Jasmine prende la parola con estrema calma, il che non è da lei
«Ottima idea Jas» Tolomeo dice entusiasta
«Ok, chi preferisce andare prima?» Evaristo pone una domanda che aveva in testa con un tono un pochino duro
«Io posso andare, tanto non ho niente da fare» Zoe alzando le spalle sulla seconda parte della frase
«Io per forza» Zeno un po' demoralizzato, ma allo stesso tempo più felice di prima
«Vengo anche io, se per voi non è un problema» Silvia con la voce atona guardandosi in giro
«Posso aggiungermi?» Jasmine alzando la mano e riprendendo possesso della sua solita allegria
«Per me va bene andare più tardi» Tolomeo sorridendo, ora è di nuovo più tranquillo
«Io DEVO andare più tardi» Omero urlando la parola "devo"
«Idem come sopra» Fortunata con voce un po' bassa, massaggiandosi l'orecchio più vicino al suo compagno di classe Omero
«Posso venire anche io dopo le sei» Nives guardando il diario in cagnesco alla ricerca di qualche tipo di appuntamento
«Vengo anche io dopo le sei, così so a chi lasciare Jimmy» Evaristo facendo un largo sorriso alla fine della frase, Il moro, dopo due calcoli mentali si è ricordato se uno dei genitori è libero dopo quell'ora
«Ok, le squadre sono fatte, domani dopo il rientro invece ci siamo tutti?» Zoe iperattiva come sempre
«Sfortune varie volendo, sì» In coro gli altri otto
«Perfetto, ricordatevi di avvisare Antonio» Nives da perfetta manager chiude il diario con solennità, suona la seconda campanella senza che i nostri eroi abbiano toccato la loro merenda. Più lentamente passano anche le ore successive, comprese di tre interrogazioni a sorpresa.
Finite le lezioni il primo gruppo va da Antonio e lo informa della decisione di allenarsi a squadre, l'allenatore fa una faccia strana, ma poi deve acconsentire. Oggi l'allenamento sarà incentrato sulla lotta, prima di andare via, prova a far trasformare tutti, ma a parte Silvia, che come al solito, neanche ci prova, non succede niente.
Anche con il secondo gruppo la stessa cosa, infine i nostri protagonisti tornano a casa. Chi ha studiato (perché faceva parte del primo gruppo e non aveva allenamenti di sorta o non doveva uscire) mangia e fila a dormire, gli altri, che non erano riusciti a combinare niente nelle tre ore dalle tre alle sei, o quelli che sono dovuti uscire per motivi vari, mangiano, studiano e poi si addormentano in un cantuccio della loro camera senza neanche riuscire ad arrivare al letto.
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