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Pokémon: Il viaggio di Aria - Capitolo quattro

Passano delle ore, si pranza, si beve, si va in bagno (chiedendo al precedente o al successivo di tenere il posto), sempre restando in coda, è pomeriggio (sono circa le tre) quando Aria arriva alla scrivania, lì seduta si trova una donna dai capelli blu e gli occhi blu
Pokémon il viaggio di Aria
La donna dietro alla scrivania
«Vuoi lottare contro il capo-palestra?» La donna
«Sì» Aria poco convinta
«Compila questo modulo» La donna, Aria prende i fogli in mano, sfoglia velocemente le pagine
«Più di cinquanta pagine?!» Aria urlando, dietro di lei tutti le fanno verso di parlare sottovoce
«Svelta, non abbiamo tutto il giorno!» La donna, Aria prende la penna sulla scrivania della donna e si mette a compilare tutti i dati, dopo mezz'ora ha finito,
"Ora capisco perché ci mettevano tutti un secolo!" Aria massaggiandosi il polso
«Ora accomodati, in fondo alla stanza c'è una porta, lì dietro c'è la palestra vera e propria, ti daranno un numero, sarà il tuo turno quando verrà chiamato quel numero» La donna, la giovane annuisce e sempre con il suo Bulbasaur, che le zampetta dietro, arrivano alla porta (a forza di gomitate), la aprono e trovano un uomo dai capelli castani sull'arancione, gli occhi arancioni sul giallo e gli occhiali che con una mano le porge un pezzo di stoffa con una spilla contenente un numero
Pokèmon il viaggio di Aria
l'aspetto dell'uomo, ora ha una faccia molto più neutra
«Mettitelo sul petto, segui la fila - il tipo indicando dietro alla ragazzina con l'altra mano (quella senza numero), lei si gira e vede un sacco di persone, poi si rigira verso l'uomo - quando chiamano il tuo numero è il tuo turno, in bocca al lupo» l'uomo, la frase è semplice circostanza, o gentilezza, Aria osserva un secondo il numero
«Milletrecentoottantacinque, ammazza» Aria assicurando la spilla al petto, la castana si gira e si mette dietro all'ultimo della fila, dato che le pareti sono nere e c'è poca luce non si vede praticamente nulla, l'unico punto luce si trova sull'uomo castano vicino alla porta. La fila continua a scorrere lenta, Bulbasaur se la fa tutta in braccio alla padroncina (ovviamente mentre la fila scorre, arrivano nuove persone dalla porta), si passano tre pannelli neri, quando alla fine si sente:
«Milletrecentoottantacinque» Una voce femminile da un altoparlante posizionato proprio sopra al primo della fila, la voce parla così piano che solo il primo può sentirla.
Aria entra tremante in palestra, con il pokémon sempre in braccio, le prime persone che nota nell'immensa stanza sono tre tipi, di cui due donne (una dai capelli castano scuro e gli occhi viola, l'altra ha la pelle scura, i capelli mori e gli occhi castano scuro) ed un uomo (dai capelli castani e gli occhi castani), tutte e tre accomodati dietro una specie di bancone.
Pokemon il viaggio di Aria
la prima donna notata da Aria, nonché uno dei giudici della lotta
Pokemon il viaggio di Aria
la seconda donna notata da Aria, nonché secondo giudice della lotta
Pokemon il viaggio di Aria
Il terzo umano notato da Aria, nonché terzo giudice della lotta
Dopo aver notato questi tre che sono i giudici della lotta, vede anche un uomo dai capelli castani, gli occhi castani e gli occhiali, al momento in mezzo al "campo", ovvero l'arbitro.

Pokemon il viaggio di Aria
l'arbitro, i suoi occhi sono castani
La ragazzina arriva al suo posto e posa Bulbasaur per terra, di fronte a lei un ragazzo dai capelli verde chiaro e gli occhi verde acqua, senza alcuna espressione sul viso, il campione.
Pokemon il viaggio di Aria
l'aspetto del ragazzo, gli occhi sono colo verde acqua. Ovviamente, in realtà non sorride
«Ti spiego le regole di questa palestra - rivolto ad Aria - Si utilizza un solo pokémon, si combatte fino a che una delle due parti non sarà in grado di combattere, chi vince diventa il nuovo capo-palestra. Pronti? -  la ragazza annuisce, il suo opponente prepara una sfera poké - VIA!» l'uomo dai capelli castani, ovvero l'arbitro, correndo prontamente fuori dal campo dopo aver urlato l'inizio della gara
«Forza Bulbasaur» Aria, Bulbasaur si mette al centro della sua metà del campo
«Esci fuori a giocare Mew» l'opponente di Aria, dalla sfera esce un pokemon rosa dagli occhi azzurri, dalle grandi zampe posteriori e dalla lunga coda, il pokémon sembra infelice.

Pokemon il viaggio di Aria
Mew

«Inizia la sfidante» l'arbitro, verso il ragazzo dai capelli verdi
«Vai con Ruggito» Aria piano, la guardano tutti in modo strano
«Mew, sai cosa fare» Il campione, il gatto si trasforma in Bulbasaur e si sposta per evitare l'attacco
«Sai fare Velenpolvere?» Aria, il Bulbasaur esegue l'attacco colpendo l'avversario, Aria osserva il cucciolo ed il suo padrone cercando di ignorare la fitta che sente
«Torna Mew ed usa Botta» il ragazzo, Mew si alza dopo essere tornato sé stesso
"Io non ci riuscirei mai. È così freddo" Aria, Mew attacca
«Evita se riesci» Aria, ma il pokémon non riesce ad evitare, la ragazzina vorrebbe correre da lui ma si ferma prima di entrare in campo, Bulbasaur si rialza, Mew usa uno dei suoi poteri psichici, ma non per attaccare, Aria lo sente indistintamente nella sua testa, le sta facendo delle domande
«Mew, usa metronomo» Lo sconosciuto dai capelli verdi, il pokémon dell'avversario smette di fare domande
«Evita e vai con sonnifero» Aria, il pokémon riesce ad evitare e colpisce in pieno l'avversario, la castana ora ha le lacrime agli occhi, il suo avversario la guarda in faccia per un secondo
«Riesci a rialzarti? Finiamo questa partita» il ragazzo
Ma la lotta non finisce qui, anzi si prolunga per un altro bel po' tra attacchi, schivate ed ogni tanto qualche colpo che va a segno, per l'immensa gioia della nostra protagonista. Passa così almeno una buona mezz'ora.
«Bulbasaur, frustata» Aria
«Mew amnesia» L'altro
Dicono i due allenatori all'unisono, il bulbasaur riesce ad essere più veloce dell'attacco dell'avversario, il gattino rosa non si muove, anche se ha gli occhi aperti e sta comunque in piedi, il campione sembra sotto shock
«Si è arreso» Il campione
«Mew non si muove, non ha intenzione di continuare a combattere. LA SFIDANTE VINCE L'INCONTRO» L'arbitro, il ragazzo dai capelli verdi arriva fino al suo pokémon, lo prende in braccio e lo porta fuori dal campo, poi lo lascia in un angolino
«Vieni qui - la castana lo raggiunge - Ora sei la campionessa, la nuova capo-palestra di Lucentopoli - il ragazzo si avvicina al banco dei tre giudici, i quali gli porgono una scatola contenente moltissime medaglie tutte uguali, l'ex-campione ne prende una e poi torna vicino alla ragazzina, le toglie la spilla con il numero - Prendi» Il tipo serio, Aria prende la medaglia
«Grazie» Aria
«Arrivederci» il verde capelluto saluta tutti, arbitro e giudici lo guardano andare via, portando con sé uno svolazzante Mew, il quale lo segue verso il fondo della palestra, qui i due aprono la porta d'uscita (una di quelle a spinta) e se ne vanno
«L'unica porta di uscita è quella - indica il punto dal quale è appena svanito il ragazzo - Benvenuta alla nuova capo-palestra» L'arbitro
«Numero Milletrecentoottantasei» La donna scura chiama il numero successivo parlando dentro un microfono, l'oggetto viene tirato fuori e rimesso a posto (sotto il bancone) ogni volta. Entra un ragazzino dai capelli neri sul viola e gli occhi verdi brillante
Pokemon il viaggio di Aria
l'aspetto del ragazzino
L'arbitro rispiega le regole e la battaglia ha inizio. Dopo una lotta interiore, Aria decide di perdere l'incontro (anche senza troppa finzione data la bravura del ragazzino), anche se non vorrebbe che qualcuno facesse male al suo pokémon. Il nuovo arrivato vince l'incontro e come da prassi, la ragazzina gli consegna la medaglia, gli toglie il numero, saluta tutti ed esce tutta contenta da quella palestra maledetta, portando in braccio Bulbasaur.

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