Siamo già a lunedì, è il 6 ottobre 2008, Il sindaco ha mantenuto la sua promessa di pulire la città, riuscendoci in una settimana che è un tempo molto breve considerando la burocrazia a cui di solito sono disposti certi tipi di provvedimenti, infatti alcune città più vicine non sono state altrettanto fortunate e stanno ancora sistemando le cose. Purtroppo, però, l'uomo non è infallibile, infatti non poteva prevedere che uno dei due pullman si sarebbe rotto, quindi davanti alle scuole medie, c'è una lunga fila di auto di genitori arrabbiati (la stessa fila, più o meno c'è anche alle elementari lì vicino).
Da una di quelle macchine scende Nives accompagnata da sua sorella (una ragazza dai capelli castani e gli occhi dello stesso colore) e suo padre (un uomo dai capelli castani e gli occhi azzurri).
«Dai papà andiamo, altrimenti facciamo tardi per arrivare alla mia scuola e tu farai tardi al lavoro a causa mia» La sorella di Nives dalla voce preoccupata
«Anna, Annetta, non ti preoccupare, con la mia carretta ti farò volare» Canticchia l'uomo allegro continuando a sorridere, a quelle parole Anna afferra con le unghie il sedile
«Ciao papà, ciao Anna» Nives li saluta tranquilla, abituata a quel tipo di scene, poi si dirigeverso il grande portone della scuola.
«Ciao Nives» Zoe saltellando, accompagnata anche lei da sua madre, una donna dai capelli castano scuro e gli occhi neri.
La sorella Nives, come potete vedere, sembra molto preoccupata |
Il padre di Nives, ha gli occhi azzurri, al contrario di Anna è sempre sereno ed è un allegrone sempre con la battuta pronta |
«Anna, Annetta, non ti preoccupare, con la mia carretta ti farò volare» Canticchia l'uomo allegro continuando a sorridere, a quelle parole Anna afferra con le unghie il sedile
«Ciao papà, ciao Anna» Nives li saluta tranquilla, abituata a quel tipo di scene, poi si dirigeverso il grande portone della scuola.
«Ciao Nives» Zoe saltellando, accompagnata anche lei da sua madre, una donna dai capelli castano scuro e gli occhi neri.
La ragazza le si avvicina, si mette sul lato della strada che da sul parco alberato e smette di saltellare.
«Ciao Nives, cara, tutto bene? - con la faccia e la voce più zuccherosa possibile, Zeno passa in mezzo a quello strano gruppo fischiettando felice e facendo roteare la sua mazza, che ovviamente tiene in mano - TEPPISTA, NESSUNO TI HA INSEGNATO LE BUONE MANIERE!» La mamma di Zoe, ora urlando arrabbiata, la figlia si copre il viso con le mani e tenta di nascondersi dietro a qualche palo della luce, ma dato che conosciamo la sua fortuna, di pali nemmeno l'ombra, anzi, appena si sposta cade giù per il parchetto lì vicino (in discesa ovviamente) con il risultato che ora quella di cui si devono vergognare (tutti quelli che passano) è proprio lei
«Salve Ramona» Nives con un sorriso forzato, facendo finta di non notare Zoe che rotola letteralmente via.
Dopo uno scambio di battute piuttosto veloce, Nives riesce a liberarsi di quella chiacchierona della madre di Zoe, ma solo perché in pratica al suono della seconda campanella scappa via correndo, salutando di fretta, ma purtroppo è già in ritardo. In classe, ci sono tutti tranne Zoe, la professoressa di tecnica/informatica (una donna dai capelli mori e gli occhi azzurro chiaro) la guarda malissimo perché odia i ritardatari.
la madre di Zoe, sembra molto dolce, vero? |
«Salve Ramona» Nives con un sorriso forzato, facendo finta di non notare Zoe che rotola letteralmente via.
Dopo uno scambio di battute piuttosto veloce, Nives riesce a liberarsi di quella chiacchierona della madre di Zoe, ma solo perché in pratica al suono della seconda campanella scappa via correndo, salutando di fretta, ma purtroppo è già in ritardo. In classe, ci sono tutti tranne Zoe, la professoressa di tecnica/informatica (una donna dai capelli mori e gli occhi azzurro chiaro) la guarda malissimo perché odia i ritardatari.
La donna è molto giovane |
«Buongiorno prof» Zoe entra proprio in questo momento, ha i capelli pieni di foglie, i vestiti tutti sporchi di erba, è tutta graffiata e sanguinante come se avesse appena avuto uno scontro con un bosco e sembra leggermente depressa.
Tutta la classe scoppia in una fragorosa risata, compresa la professoressa ed il professore di sostegno (quello che sta di solito con Ottavia) quindi dimenticano in fretta Nives e dopo la ridarella generale, le due ragazze si siedono, così la lezione può cominciare.
La mattinata passa e finalmente si arriva all'ultima ora di lezione. All'ultima ora entra la bidella (una donna dai capelli rossi e gli occhi neri) senza neanche chiedere il permesso, no anzi lo chiede, ma è già a metà aula quando lo fa.
la bidella |
Un brusio di disapprovazione si alza dalla classe dopo la notizia, piano piano il brusio si alza di tono, la bidella esce dall'aula.
«Signori» Il professore con apparente calma, ma si capisce che non è così tranquillo come fa credere perché accompagna quella parola sbattendo sulla cattedra la pesante riga da un metro. Il silenzio cala immediatamente in aula, Tolomeo, Carlo e Fabiola si tappano immediatamente le orecchie, seguiti da Ottavia e Zoe poi da tutto il resto della classe, perfino dal povero professore di sostegno, che ormai sono anni che sopporta questo rumore prodotto dal collega.
Rintronati, gli alunni, alla fine della lezione, escono da quella scuola barcollando e chi (dei nostri protagonisti) non ha nessun impegno pomeridiano si dirige alla casetta di Antonio (ovvero Nives che trascina Zeno per la sua adorata mazza, Silvia e Jasmine, Zoe non c'è, ma solo perché è stata minacciata dalla madre).
I quattro si allenano come al solito e poi tornano a casa. Per strada incontrano Vito che li guarda sorridendo, il che è un evento eccezionale, se parliamo di Vito.
«Ehy, oggi non avevi le gare, né le prove! Maledetto furbacchione, mi hai lasciato solo con queste tre pazze all'allenamento di quell'Antonio dei nostri stivali!» Zeno sbraita come un pazzo, è già pronto a litigare con Vito con la mazza già sguainata (in versione chiodata). Vito lo guarda stralunato mentre il ragazzo gli corre incontro muovendo davanti a sé quell'ammasso di legno e chiodi, poi il ragazzo dai capelli neri lo abbraccia. I nostri quattro eroi si guardano con un paio di occhi da fare invidia ad un cartone giapponese, ovviamente a parte Silvia che non si smuove di un millimetro
«Oh amico, ma perché sarei dovuto venire da questo tuo compare di nome Antonio?» Vito parlando elegantemente come un gentiluomo d'altri tempi e continuando ad abbracciare il rosso.
Tutto questo ovviamente lascia il povero compagno inebetito, Zeno gli tocca la fronte, sospira sollevato, niente febbre.
«Come perché? L'allenamento!» il rosso Zeno ripete urlando arrabbiatissimo
«Ma io non sono più obbligato a farlo» Vito molla la presa e risponde gentilmente al compagno, poi saluta educatamente e se ne va.
«Come perché? L'allenamento!» il rosso Zeno ripete urlando arrabbiatissimo
«Ma io non sono più obbligato a farlo» Vito molla la presa e risponde gentilmente al compagno, poi saluta educatamente e se ne va.
Nives, Jasmine e Zeno ci mettono un po' a riprendersi dallo shock, appena ci riescono, tornano a casa (a fare i compiti o altro), invece Silvia appena Vito se n'è andato ha salutato il resto del gruppo, poi è tornata a casa sua.
Alla sera Zeno pensieroso va a dormire, sperando che Vito stia bene. Per quanto riguarda Nives ha la strana sensazione di essersi scordata qualcosa, ma visto che non ricorda cosa, prova a non pensarci, il pensiero però persiste e così, la ragazza non dorme neanche questa notte.
Alla sera Zeno pensieroso va a dormire, sperando che Vito stia bene. Per quanto riguarda Nives ha la strana sensazione di essersi scordata qualcosa, ma visto che non ricorda cosa, prova a non pensarci, il pensiero però persiste e così, la ragazza non dorme neanche questa notte.
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